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  aprile 2020

Per soddisfare l’urgente domanda è centrale il potere operaio

Ecco come il capitalismo ha sabotato la produzione dei ventilatori polmonari


8 Aprile, membri del sindacato IUE-CWA all’esterno degli impianti per la fabbricazione di turbine, generatori e apparecchiature elettriche della General Electric a Schenectady, New York, protestano invitando l’azienda GE a reintegrare i lavoratori addetti alla produzione dei ventilatori polmonari in cassa integrazione.  (Photo: Will Waldron/ Albany Times Union )

Questo articolo è stato tradotto di The Internationalist n. 59 (marzo-aprile 2020).

“Ci sono profittatori ovunque”, è stata l’osservazione della dottoressa Steppe Mette, direttore medico capo del centro medico dell’Università dell’Arkansas per le scienze mediche (UAMS) a Little Rock (Reuters, 10 aprile). In qualità di persona direttamente responsabile dell’acquisizione di ventilatori per lo stato dell’Arkansas, la dottoressa Mette ha sperimentato in prima persona lo spietato sistema di vendita all’asta dei ventilatori, al maggior offerente, in vigore negli Stati Uniti; una guerra in cui i governi dei singoli stati competono l’un l’altro e contro la stessa Federal Emergency Management Agency (FEMA) per mettere le mani sulle forniture di questi dispositivi salvavita in questo momento disperatamente necessari.

Mentre la pandemia di coronavirus devasta il paese con New York City al suo epicentro, sia gli ospedali sia il governo, a tutti i livelli, sono stati colti totalmente impreparati. Un grande dramma politico è esploso attorno alla domanda dei dispositivi di respirazione meccanica. Alla fine di marzo, il governatore dello stato di New York Andrew Cuomo ha lanciato l’allarme quando Donald (“il Presidente Morte”) Trump ha dato spettacolo inviando a New York i suoi miseri 400 ventilatori. Cuomo gli ha risposto “Ho bisogno di 30.000 ventilatori”. “Vuoi una pacca sulla spalla per l’invio dei tuoi 400 ventilatori?” Naturalmente, il fatto che New York abbia una così grave carenza significa che non li ha accumulati da molto prima.1

La Johns Hopkins University ha stimato l’attuale presenza di “circa 62.000 ventilatori meccanici completi e operativi con tutte le funzionalità” negli ospedali di tutti gli Stati Uniti, con l’aggiunta di “ulteriori 98.000 ventilatori che non possiedono tutte le funzionalità moderne ma possono comunque garantire le funzioni basilari in caso di emergenza dove sono richiesti gli standard di assistenza da applicare in caso di crisi”.2 Tuttavia, tale stima si basa su di uno studio del 2010 che ha ammetteva già allora che “il numero completo non è mai stato calcolato”. Adesso la domanda si calcola essere in ordine di altre decine di migliaia urgentemente necessaria in tutto il paese. Secondo la Reuters sono “31 [gli stati] che hanno risposto o che rivelando le cifre hanno manifestato l’intenzione collettiva di procurare 70.000” ventilatori.

In conclusione: Dovrebbe essere già in atto un programma intensivo e accelerato per la produzione di decine di migliaia di nuovi ventilatori - da ieri! Allora perché non è successo? In una parola: profitti. È un orribile esempio di ciò che Karl Marx e Friedrich Engels descrissero come “l’anarchia della produzione” sotto il capitalismo. Dato che la produzione non è coordinata per soddisfare i bisogni umani, ciascuna società capitalista compete con le altre per ottenere la maggior parte dei profitti, portando inevitabilmente a sovrapproduzioni e/o carenze, spesso con risultati causa di morte.3 La carenza di ventilatori in questo caso dovrebbe essere definita più accuratamente come un sabotaggio dei ventilatori, in cui gli avvoltoi, i capitalisti, si dilettano a banchettare con le vittime di COVID-19.


Il sindaco di New York Bill de Blasio mostra uno dei 400 ventilatori inviati da Trump alla città di New York. (Foto: NY Daily News)

Oggi, i vari stati si stanno arrampicando l’uno sull’altro per acquistare ventilatori a maggiorazione di costi enormi. Un ex funzionario dell’amministrazione Obama ha riferito: “Uno dei governatori sta cercando di acquistarli per la somma di 45.000 US$ a ventilatore. Il costo tipico è di 15.000 US$ a ventilatore…. Stanno tutti partecipando alla gara facendo offerte l’uno contro l’altro. Stato contro stato. “Uno giornalista, scrittore per il sito web liberale Talking Points Memo ha commentato: “Se hai le giuste connessioni e l’accesso alle reti commerciali e al potere politico si possono realizzare intere fortune iniziando guerre di offerte per gare su prodotti per cui vi sono persone che stanno letteralmente morendo” (The Nation, 3 aprile).

Ma non sono solo i distributori spietati a essere responsabili di questa crisi. I produttori di ventilatori detestano l’aumento della produzione necessaria su larga scala perché questa eliminerebbe praticamente i loro profitti. Il prezzo di un ventilatore può variare per arrivare fino a 50.000 US$ (Washington Post, 18 marzo) e un’ondata di nuove unità sul mercato porterebbe i prezzi al ribasso. Un recente articolo del MIT Technology Review (18 marzo) ha presentato questo meccanismo senza mezzi termini:

“‘Chi pagherà per tutti questi ventilatori extra, anche se la società produttrice potesse accelerare?’ ha chiesto Kenneth Lutchen, decano del College of Engineering della Boston University e professore d’ingegneria biomedica…. ‘Presumibilmente a un certo punto questa crisi si evolverà risolvendosi da sola e gli ospedali si ritroveranno di molti più ventilatori di quelli di cui hanno bisogno fino alla prossima crisi.’ ‘È necessario un modello di business incentivato per premere il pulsante Start per aumentare la produzione ...’.”

Quindi, sotto il capitalismo, le imprese devono essere “incentivate” per produrre attrezzature mediche urgentemente necessarie. Mentre le persone sono lasciate a morire in ospedali a corto di personale, a causa di anni di tagli ai finanziamenti sanitari e della chiusura di molti ospedali da parte dei governi locali e delle società di private equity, la borghesia è preoccupata per i suoi profitti. Solo un’economia socialista internazionale pianificata a livello centrale, in cui la produzione deve soddisfare i bisogni umani – piuttosto che il profitto, il lucro – potrebbe soddisfare le esigenze della stragrande maggioranza delle persone.

L’avviso era scritto e appeso al muro

Rapporti a livello Federale e Statale per la preparazione ad una eventuale pandemia da anni avvertivano di una carenza di ventilatori. Nulla è stato fatto, pile di scorte di attrezzature di emergenza si sono dissolte.

E’ nota da anni la carenza di ventilatori. Campanelli di allarme erano stati già lanciati sia da personale medico professionale sia da alcuni ufficiali rappresentanti del governo che ammonivano della vulnerabilità in cui una pandemia avrebbe lasciato il sistema ospedaliero degli Stati Uniti:

“Nonostante la pianificazione e la preparazione, tuttavia, in una grave diffusione pandemica è possibile che si verifichino carenze, ad esempio di ventilatori meccanici, e che gli standard di assistenza medica possano dover essere adattati al fine di fornire cure più efficaci e salvare quante più vite possibile”.
–Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, “Piano dì influenza pandemica HHS” [in inglese] (novembre 2005)
“I sistemi di gestione della catena di approvvigionamento ‘just-in-time’4 utilizzati da molti ospedali rappresentano una minaccia significativa per il successo della risposta alle catastrofi poiché molti ospedali mantengono solo un deposito minimo di forniture mediche in loco ... Se domani si verificasse un evento di terapia intensiva per vittime di incidenti di massa, molte persone con condizioni cliniche che possono sopravvivere in normali condizioni del sistema sanitario potrebbero dover rinunciare a interventi di sostegno alla vita. L’impossibilità di fornire le cure di terapia intensiva con tutta probabilità risulterebbe in un alto tasso di mortalità.”
–Riunione al vertice della Task Force per un’assistenza critica di massa, “Assistenza definitiva per i malati critici durante un disastro: Funzionalità e limitazioni attuali” [in inglese] (26-27 gennaio 2007)
“La pianificazione delle emergenze respiratorie della salute pubblica di massa è stata ostacolata dal fatto di non essere a conoscenza di quanti ventilatori siano disponibili negli ospedali statunitensi, di come questi siano distribuiti in tutto il paese e se, nel loro insieme, il loro numero e il tipo di ventilatori presenti negli ospedali fornirebbe una capacità di sovraccarico sufficiente per soddisfare le esigenze previste.”
–“Ventilatori meccanici negli ospedali degli Stati Uniti per la cura di forme acute” [in inglese], Livello di preparazione in materia di medicina di emergenza e sanità pubblica (ottobre 2010)
“Forse lo stato di New York avrebbe abbastanza ventilatori per soddisfare le esigenze dei pazienti in una pandemia moderatamente grave. Nel caso si verificasse una grave emergenza da pandemia influenzale come quella del 1918, tuttavia, questi ventilatori non sarebbero sufficienti a soddisfare la domanda. Anche se il vasto numero di ventilatori necessari fossero acquistati, non sarebbe disponibile il personale qualificato in un numero sufficiente capace di farli funzionare. Se la previsione più severa diventasse realtà, lo Stato di New York e il resto del Paese dovranno provvedere all’assegnazione dei ventilatori.”
–Il Dipartimento della Sanità dello Stato di New York / La Task Force sulla Vita e la Legge contenute nelle “Linee guida per l’assegnazione del ventilatore” [in inglese] (novembre 2015).
Ventilatore Newport HT-70.

Dunque cosa è stato fatto per affrontare questa carenza critica? Un programma federale sotto l’egida del Dipartimento della salute e dei servizi umani (HHS), iniziato nel 2008 durante l’amministrazione di George Bush II, aveva lo scopo di colmare questa lacuna con l’acquisto di un numero massimo di 40.000 nuovi ventilatori. Secondo un rapporto del New York Times (29 marzo), l’HHS concesse il contratto di produzione a una società specializzata, la Newport Medical Instruments, che avrebbe dovuto produrre i dispositivi, compatti e portatili, vendendoli al governo per la somma di 3.000 US$ per unità, quando i ventilatori in genere costano 10.000 US$ ciascuno. Alla Newport era stato aggiudicato l’appalto nel 2010, mentre la produzione era prevista per il 2013.

Tuttavia, nel 2012 la Newport è stata acquisita da una azienda concorrente più grande, la Covidien, per 100 milioni di US$. Dopo l’acquisizione, la “Covidien aveva fatto richiesta di finanziamenti aggiuntivi e un prezzo di vendita più elevato per i ventilatori”, secondo il Times Allora nel 2014, la Covidien si è ritirata dal contratto, lamentandosi che l’affare “non era sufficientemente redditizio per l’azienda”. E secondo lo stesso articolo:

“Funzionari governativi e dirigenti delle società concorrenti di ventilatori affermarono di avere il sospetto che la Covidien avesse acquisito la Newport per impedire che quest’ultima costruisse un prodotto più economico minando così i profitti tratti dalla Covidien dalla sua attività commerciale pre-esistente concernente i ventilatori.” [Corsivo aggiunto]

Ventilatore Covidien PB980.

Si noti bene che questo accadeva sotto l’amministrazione democratica di Obama. In altre parole, i dettami del mercato capitalista, in cui la produzione di beni si basa sul profitto, hanno impedito la produzione di attrezzature mediche disperatamente necessarie. Questa è una lezione oggettiva sul capitalismo, dove le vite umane sono sacrificate sull’altare della proprietà privata.

Intendiamoci questa non è una novità. È una pratica vecchia di decenni quella che vede le società capitaliste, colluse tra loro, comprarsi a vicenda per poi produrre prodotti inferiori e più costosi. Prendi la lampadina a incandescenza, per esempio. Negli Stati Uniti, il mercato di questo prodotto era virtualmente il monopolio del XX secolo della General Electric. Già nel 1924, insieme alla Osram (un’opera derivata dall’AEG tedesca) e altri “concorrenti”, la GE formò il cartello, il Phoebus, il cui “retaggio duraturo era quello di progettare una durata di vita più breve per la lampadina a incandescenza”, riducendola da 2.500 a 1.000 ore al fine di aumentare le vendite (IEEE [Institute of Electrical and Electronics Engineers] Spectrum, 24 settembre 2014).

I Democratici promuovono la svendita di scorte eviscerate

Mentre la spinta ai profitti inchiodava il piano del governo federale per l’acquisto dei 40.000 nuovi ventilatori, alcuni stati, come la California, hanno cercato di accrescere le proprie scorte. “Nel 2006, nel citare la minaccia dell’influenza aviaria, il governatore repubblicano Arnold Schwarzenegger annunciò che lo stato avrebbe investito centinaia di milioni di dollari in un potente equipaggiamento di attrezzature mediche da utilizzare in caso di emergenze su vasta scala ...” (Los Angeles Times, 27 Marzo). Lo stato spese oltre 200 milioni di dollari in un programma ospedaliero mobile in grado di dispiegare rapidamente strutture di assistenza medica nelle aree colpite.

Il rapporto del Los Angeles Times osserva che “al suo apice, la riserva dello stato conteneva più di 50 milioni di respiratori N95” (quel dispositivo di filtraggio dell’aria facciale attillato pensato per il personale medico adatto alla protezione dalle infezioni) e “2.400 ventilatori portatili”. Gli ospedali mobili “erano completamente a isolamento sterile, equipaggiati con HVAC [con calore, ventilazione e aria condizionata], tende semi-permanenti” che si sarebbero “srotolate su 18 ruote”. Ma a seguito della crisi finanziaria del 2008, il governatore democratico della California Jerry Brown nel 2011 eliminò i finanziamenti per il programma ospedaliero mobile. Il materiale di scorta di questo progetto vennero vendute o sono state lasciate scadere. Un membro del partito democratico all’assemblea dello stato arrivò persino a suggerire che lo stato vendesse le sue attrezzature mediche su eBay (Sacramento Bee, 13 febbraio 2012).

La città di New York City, oggi l’epicentro della pandemia negli Stati Uniti, ha acquisito una propria scorta di ventilatori nel 2006, anche in risposta alla diffusione dell’influenza che stava devastando l’Asia e il Medio Oriente. Un rapporto di quell’anno prevedeva che la città avrebbe dovuto affrontare un “deficit stimato tra i 2.036 e i 9.454 ventilatori” se New York si fosse trovata di fronte a una pandemia.5 Sebbene quell’anno il governo cittadino dell’allora repubblicano Michael Bloomberg avesse acquistato solo 500 ventilatori, anche queste unità aggiuntive furono lasciate andare in rovina o messe all’asta sotto l’amministrazione democratica di Bill (“Bloomberg Lite”) de Blasio (Pro Publica, 6 aprile).6

Recentemente, Trump ha accusato Cuomo di non aver ascoltato gli avvertimenti del proprio Dipartimento di Sanità che già nel 2015, in un rapporto che ha definito il quadro per “l’allocazione del ventilatore”, lo avvertivano della carenza critica dei ventilatori. È vero, certo. L’amministrazione della città di New York per anni è stata al corrente della carenza di ventilatori e non ha fatto nulla al riguardo, e i “comitati di triage” che dovrebbero sovrintendere a tale brutale razionamento sanitario equivalgono effettivamente a “pannelli di morte”. Ma il razzista in capo Trump non è migliore. Il New York Times (1 aprile) riferisce come 2.109 ventilatori nella scorta del governo federale sono andati in rovina perché il contratto di manutenzione “è scaduto alla fine dell’estate scorsa e una disputa contrattuale ha fatto sì che una nuova società non abbia potuto dare inizio ai suoi lavori fino alla fine di gennaio”.

Nel frattempo, dopo che il contratto del governo degli Stati Uniti con la Covidien per la produzione dei ventilatori a basso costo era scaduto, la Philips, produttore olandese, ha ottenuto un nuovo contratto per lo stesso scopo nel 2014. Ma non è stato fino allo scorso luglio che la FDA (Food and Drug Administration, una agenzia nazionale di controllo) ha approvato il progetto della Philips, e solo lo scorso dicembre il governo ha ordinato la consegna di 10.000 unità per la metà del 2020. Fino alla fine del mese scorso però nessuno dei funzionari dell’amministrazione ha fatto mai menzione di questi presunti ventilatori in arrivo se non dopo essere stati contattati dal New York Times.

Inseguire i profitti: Sentenza di morte per gli ammalati

Quindi dove sono i ventilatori? Trump afferma che l’impresa privata salverà la situazione. I democratici lo hanno esortato a usare i suoi poteri ai sensi del decreto “Defense Production Act” emesso durante la guerra di Corea, promosso e firmato dal presidente, criminale di guerra democratico Harry Truman – che bombardò Hiroshima e Nagasaki, bombardò a tappeto Tokyo e massacrò milioni di persone in Corea – per obbligare le compagnie a dare priorità alle commesse e ai contratti governativi. L’8 aprile, HHS ha firmato un nuovo contratto da 647 milioni di dollari con la Philips per la produzione di 43.000 ventilatori, i primi 2.500 dei quali sarebbero dovuti essere consegnati entro la fine di maggio mentre il resto entro la fine di dicembre. Eppure, secondo questo nuovo contratto, la cifra che il governo pagherebbe è 15.000 US$ per ciascun ventilatore, cioè cinque volte il prezzo stabilito dal contratto del 2014. Lo stesso giorno, la HHS ha firmato anche un contratto da 489 milioni dollari con la General Motors (GM) per produrre 30.000 ventilatori, con i primi 6.000 che dovrebbero arrivare entro l’1 giugno.

Ma è adesso che sono necessari i ventilatori. Se la produzione fosse iniziata a gennaio, quando il disastro in corso era già evidente, oggi questi potrebbero essere operativi. Tuttavia, secondo un ex funzionario dell’HHS, “la maggior parte di questi ventilatori arriverà troppo tardi per fare la differenza in questa pandemia” (Ars Technica, 10 aprile).


Di fronte al rifiuto da parte dei padroni di convertire gli impianti e di riassumere i lavoratori, per soddisfare le urgenti necessità imposte della crisi del coronavirus, i lavoratori della GE dovrebbero prendere il controllo nelle loro mani e aumentare la produzione dei ventilatori. (Foto: Will Waldron/ Albany Times Union )

Il 30 Marzo, gli operai della fabbrica aeronautica presso lo stabilimento della General Electric a Lynn, nel Massachusetts, hanno messo in atto una protesta chiedendo alla società di riconvertire le fabbriche di motori a reazione nella produzione dei ventilatori. Lo stesso giorno, membri del sindacato della lega dei lavoratori dell’elettricità e delle telecomunicazioni, l’IUE-CWA (International Union of Electrical Workers – Communications Workers of America), hanno tenuto una marcia presso la sede della GE a Boston. Questo avveniva proprio mentre la società stava annunciando piani per mettere in cassa integrazione il 10% della sua forza lavoro nel settore dell’aviazione nazionale e al contempo mettere metà della sua forza lavoro di manutenzione in aspettativa per tre mesi. L’8 aprile, i lavoratori degli impianti di turbine e dei generatori della GE di Schenectady, New York, Dallas, Texas, Salem, Virginia e Lynn si sono raccolti in raduno reclamando la produzione dei ventilatori.

“I ventilatori sono disperatamente necessari negli ospedali di New York, della California, dello Stato di Washington e della Florida”, ha affermato il presidente della CWA Chris Shelton. “Presto saranno a corto di scorte dalla costa orientale alla costa occidentale, da Porto Rico alle Hawaii, dall’Alaska e dall’Illinois al Texas. La maggior parte degli americani non è consapevole del fatto che i migliori ventilatori sono già stati realizzati dalla General Electric in seno alla divisione sanitaria dell’azienda stessa.”

Okay, allora che ne dici di fare qualcosa al riguardo? Dal momento che i padroni non lo faranno, i lavoratori e gli ingegneri di Lynn e della GE di Schenectady e degli altri stabilimenti dovrebbero prendere in mano la situazione e prepararsi per produrre queste attrezzature mediche urgentemente necessarie. Questo indica il fatto che, di fronte al rifiuto dei capitalisti di garantire le esigenze sanitarie della popolazione, è necessario il controllo della produzione da parte degli operai. Con l’implicazione che i lavoratori esercitino il loro potere di classe negli impianti e nei centri di distribuzione in una sfida diretta al potere dei padroni, annullando in questo modo la spinta al profitto antisociale della classe parassitaria proprietaria al fine di far rivivere le fabbriche per creare macchine salvavita. Sarebbe una rottura fondamentale con i “soliti affari”, ma per i lavoratori di tutto il mondo questa è una vera emergenza internazionale che richiede misure drastiche.

Il fatto è che le aziende come Ford, GM e GE (che hanno fabbriche inattive in tutto il paese) hanno la capacità di produrre migliaia di ventilatori al più presto. Ma non riapriranno quegli impianti perché la loro politica di fondo è la regola del profitto – motivo per cui le fabbriche sono state chiuse in primo luogo. In definitiva, l’unico modo per garantire che l’attrezzatura medica necessaria venga prodotta è espropriare i capitalisti e scacciare i loro politici – che hanno drammaticamente dimostrato la loro incapacità a difendere la vita e il sostentamento della stragrande maggioranza della popolazione – è che sia la classe operaia a stabilire il proprio governo.

Come afferma l’invito all’azione degli operai del Class Struggle Workers di Portland (CSWP): “Un movimento di massa combattivo con una direzione di lotta di classe istituirebbe commissioni operaie nei luoghi di lavoro per decidere le misure appropriate da prendere, incluso lo spegnimento, se necessario, senza perdita della retribuzione, o il proseguimento della produzione con le necessarie garanzie”. Questo dovrebbe includere anche la decisione su ciò che dovrebbe essere prodotto. Però, per andare da qui a lì, e continuare sulla strada della rivoluzione socialista, la chiave di volta risiede nella costruzione di un partito operaio d’avanguardia – il nucleo di un partito operaio rivoluzionario – basato sul programma per mettere la tecnologia e la ricchezza costruite dalla classe operaia al lavoro per salvare vite umane adesso e creare un futuro decente per i lavoratori qui e nel mondo intero. Ciò significa che la classe operaia mette fine a questa mortale anarchia capitalista – e prende il potere nelle proprie mani. Le nostre vite dipendono da questo. ■


  1. 1. Secondo lo Stato di New York “Linee guida per l’assegnazione dei ventilatori” dal 2015 (vedi sotto), “Non ci sono piani attuali per acquistare abbastanza ventilatori per lo scenario più grave”.
  2. 2. “Accumulo e disponibilità di ventilatori negli Stati Uniti” (1 aprile 2020).
  3. 3. “Con... l’introduzione del modo di produzione capitalistico…. la produzione della società in generale era governata dall’assenza di piano, dalla casualità, dall’anarchia; e questa anarchia è cresciuta sempre più in grande misura ...  Infine, la moderna industria e l’apertura del mercato su scala mondiale ha reso universale la lotta e, allo stesso tempo, le ha conferito una violenza inaudita... La contraddizione tra produzione socializzata e appropriazione capitalistica si presenta ora come un antagonismo tra l’organizzazione della produzione nella singola officina e l’anarchia della produzione nella società in generale” (Engels, Socialismo dall’utopia alla scienza [1880]; enfasi nell’originale).
  4. 4. Il sistema della catena di approvvigionamento cosiddetta del “just-in-time”, associato alla cosiddetta “produzione snella”, prevede “l’ordinazione e la ricezione d’inventario” solo se necessario nell’immediato, anziché avere a disposizione forniture prima o nel caso in cui queste siano necessarie (vedere “Just-In-Time (JIT)Inventory Management“)
  5. 5. Dipartimento della Salute e dell’igiene mentale di New York, “Piano di preparazione e risposta all’influenza pandemica” [in inglese] (luglio 2006).
  6. 6. Mentre i burocrati sindacali, i “progressisti” e molti riformisti erano entusiasti delle elezioni di Bill de Blasio come sindaco nel 2013, il Gruppo Internazionalista scrveva accuratamente: “Despite the Hype, de Blasio Will Be “Bloomberg Lite“ (Nonostante il clamore, de Blasio sarà ‘un Bloomberg ammorbidito). Il ex-sindaco Bloomberg, uno degli uomini più ricchi del mondo, era Democrata que passò al Partito Republicano e poi è tornato agli Democratici.