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  settembre 2016

Sono decine di migliaia i licenziati in purghe imponenti

Difendere gli insegnanti curdi e turchi!


Un insegnante viene arrestata durante la repressione brutale della manifestazione di protesta contro il licenziamento di oltre 11.000 educatori a causa del decreto di stato d’emergenza, tenutasi a Diryabakir, Turchia, il 9 settembre scorso.  (Frédérique Geffard / AFP)

La Lega per la Quarta Internazionale, LQI, è intervenuta, con questo volantino in italiano e in inglese, alla manifestazione nazionale di più di 3000 persone in difesa dei diritti del popolo curdo tenutasi a Roma il 24 settembre 2016.

Un assalto a tutto campo si è abbattuto sugli insegnanti in Turchia l’8 settembre, quando in 11.285 sono stati sospesi dal governo autoritario del presidente Recep Tayyip Erdoğan e il suo AKP (Partito per la Giustizia e lo Sviluppo). E ‘imperativo che sindacalisti con coscienza di classe e tutti i difensori dei diritti dei lavoratori accorrano in difesa degl’insegnanti e del loro Sindacato dell’Istruzione e della Scienza, Eğitim-Sen, ora sotto assedio in Turchia. Questo sindacato di sinistra, il più grande in Turchia, è stato sotto costante attacco da parte della destra, sotto il regime islamico AKP per oltre un decennio, e prima ancora sotto il governo sostenuto dai militari. Ora, sembra che Erdoğan voglia finirlo definitivamente operando licenziamenti all’ingrosso.

Il governo ha già utilizzato il fallito colpo di stato del 15 luglio per eliminare chiunque sia percepito come oppositore politico oltre a quelli ritenuti non abbastanza fedeli all’aspirante Sultano Erdoğan. Il fallito colpo di stato è stato attribuito a sostenitori del rivale islamista ed ex alleato Fethullah Gülen, che dal 1999 risiede in esilio volontario in Pennsylvania. Fethullah Gülen gestisce una rete di scuole private sovvenzionate negli Stati Uniti e un impero di oltre 1.300 scuole private, “Hizmet”, e accademie religiose, “Madrassas”, in Turchia e nei paesi islamici dalla Bosnia alla Somalia e l’ex sovietica dell’Asia centrale, dove è stato accusato di lavorare a stretto contatto con la CIA. Ma il governo ha usato il giro di vite sui sostenitori Gülen per eliminare tutte le altre forze di opposizione, in particolare quella curda e quella di alcune organizzazioni di sinistra.

A due giorni dal colpo di stato, il Ministero dell’Istruzione ha licenziato 15.000 lavoratori del dipartimento dell’istruzione e revocato le licenze di insegnamento ad altri 21.000 educatori nelle scuole private, così come ha arrestato a migliaia ufficiali militari e della polizia. Il 19 settembre, il primo giorno di scuola, uno dei vice del primo ministro ha annunciato che negli ultimi due mesi il governo aveva licenziato 27,715 insegnanti e altri 9.465 rimanevano in sospeso. Complessivamente, oltre 80.000 impiegati statali sono stati licenziati e decine di migliaia di loro incarcerati dal regime dell’AKP, che non ha preso solo di mira i presunti Gülenisti ma anche alcuni seguaci di Kemalliani1, purgando così l’apparato statale con relativa facilità, il che gli permette ora di andare all’assalto feroce contro i gruppi curdi e i sindacalisti combattivi.

Le sospensioni dell’8 settembre, ordinate dal Ministero della Pubblica Istruzione sotto il decreto di stato di emergenza, sono state applicate per presunti “collegamenti con un’organizzazione terroristica”, con cui il governo intende riferirsi al Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK). Gli educatori licenziati provenivano in gran parte dal sud-est della Turchia, dove la maggioranza della popolazione è di etnia curda. La regione è stata teatro di una brutale repressione governativa contro la popolazione curda sin dal luglio del 2015, incluso anche lo sbarramento di interi quartieri posti sotto l’occupazione della polizia. Alla vigilia dell’assalto, il governo ha intimato a migliaia di insegnanti provenienti dalla Turchia occidentale di lasciare Cizre e le altre città sotto attacco. Nei mesi successivi vi è stata una effettiva guerra urbana con i residenti che hanno levato le barricate. Ora, come punizione per questa loro resistenza il governo minaccia di licenziare gli insegnanti curdi.

In concomitanza con le ultime sospensioni degli insegnanti, Erdoğan ha proclamato “le più grandi operazioni contro l’organizzazione terroristica PKK di tutta la sua storia, sia all’interno sia oltre i nostri confini”. Il PKK ha per oltre quattro decenni condotto una lotta di guerriglia originariamente per l’indipendenza, ma più recentemente per l’autonomia per la popolazione curda in Turchia. Con i suoi 40 milioni e oltre di nativi parlanti curdo, questo è il più grande gruppo nazionale nel mondo privo di un suo stato. Alla fine di agosto, Erdoğan ha ordinato l’invasione da parte dell’esercito turco della Siria settentrionale. Mentre l’attacco sembrava apparentemente diretto contro lo Stato Islamico (IS), in realtà aveva lo scopo di evitare l’estensione di una regione autonoma curda in Siria e di distruggere la resistenza curda in Turchia.

Nel suo comunicato a tutto campo contro il Pkk, Erdoğan ha riservato il trattamento Gülen ad una vasta gamma di curdi. Tutti coloro che non si discosteranno dal gruppo militante vedranno quanto meno le loro carriere distrutte. Sotto una serie di decreti emessi il 1° settembre sono stati licenziati circa 50.000 dipendenti pubblici, le persone colpite da questi decreti non possono essere impiegate da nessun’altra agenzia governativa, come conseguenza saranno sgomberati dalle loro case, abitando in residenze pubbliche e i loro passaporti saranno invalidati (BİRGün Daily, 2 settembre). Molti potrebbero languire in prigione per anni. Gli insegnanti nella provincia di Diyarbakir, nel cuore della regione curda, dove sono stati licenziati oltre 4.500 lavoratori dell’istruzione, hanno protestato a migliaia il 9 settembre scorso. I manifestanti sono stati brutalmente dispersi con cannoni ad acqua e 30 di loro arrestati. Più di recente, gli insegnanti hanno presentato una petizione ai funzionari del dipartimento di formazione al fine di contestare i licenziamenti, ma la loro petizione è stata respinta (Evrensel, 21 settembre).

Risalendo alla legge del lavoro del 1970, è evidente che i governi turchi hanno preso di mira i sindacati degli insegnanti. La combattiva associazione di solidarietà degli insegnanti, Tob-DER, è stata sciolta dopo il golpe del 1980, e un certo numero dei suoi componenti torturato e ucciso. L’attuale sindacato degli insegnanti, Eğitim-Sen, parte del KESK (Confederazione dei sindacati dei dipendenti pubblici), è stato a lungo sotto il mirino della repressione di stato. Fondato nel 1995, l’Eğitim-Sen ha circa 200.000 membri ed è uno dei maggiori sindacati della Turchia. Nel 2004, il governo dell’AKP ha tentato di mettere fuorilegge il sindacato che intendeva difendere il diritto degli studenti a ricevere l’istruzione nella loro lingua madre (cioè il curdo), messa fuori legge ai sensi dell’articolo 24 della Costituzione turca. Mentre la Corte europea dei diritti dell’uomo ha dato ragione all’Eğitim-Sen, prima nel 2009 e poi di nuovo nel 2012, è proprio in quell’anno che 25 esponenti del sindacato sono stati condannati a pene detentive superiori a sei anni con l’accusa inventata di terrorismo.


Gli insegnanti turchi del Sindacato dell'Istruzione e della Scienza, Eğitim-Sen, hanno partecipato ad una giornata di sciopero contro la repressione, il 29 dicembre scorso. Oggi “liste nere” contenenti l'elenco degli scioperanti sono utilizzate per licenziare gli insegnanti.  (Evrensel)

Questa volta, il governo sta facendo il suo elenco di eliminazione dai nomi dei docenti che hanno partecipato a uno sciopero lo scorso dicembre (Sendika.org, 8 settembre). Quello sciopero contestava il bombardamento avvenuto nell’ottobre del 2015 di una manifestazione dove oltre 100 manifestanti vennero uccisi perché chiedevano la pace nel sud-est e la fine della repressione anti-curda. La manifestazione del10 ottobre era stata organizzata dal KESK, il disco (Confederazione dei Sindacati Progressivi) e la HDP (Partito Democratico Popolare), un partito liberale-borghese filo-kurdo che il governo etichetta come un’estensione del PKK. I deputati dell’HDP da allora sono stati spogliati dell’immunità parlamentare mentre i loro dirigenti affrontano una condanna a cinque anni di carcere per aver reclamato l’autonomia della regione curda e presumibilmente per aver fatto propaganda pro-PKK. Ora, contemporaneamente ai licenziamenti degli insegnanti, due dozzine di sindaci dell’HDP democraticamente eletti sono stati estromessi sulla base di presunti legami con il PKK e sostituiti da tirapiedi del governo (“Ankara indurimento della strategia anti-PKK,” Al-Monitor, il 12 settembre).

La guerra di Erdoğan contro i curdi e i sindacati ha cambiato marcia acuendosi. Sin dalla sua nascita,  la Lega per la Quarta Internazionale ha incluso tra le sue rivendicazioni quella per una Repubblica socialista del Kurdistan unito. La LFI difende il PKK contro lo Stato turco e fa appello per la liberazione del suo leader, Abdullah Ocalan, dal carcere turco2. Noi facciamo questo tenendo presente il punto di vista proletario in contrasto con il nazionalismo degli ex-maoisti del PKK. Come leninisti e trotzkisti, difendiamo il diritto all’ indipendenza curda, dunque non solo l’autonomia (che significherebbe lasciare ancora i curdi sotto il tallone dello Stato turco). Invitiamo invece gli operai coscienti in Turchia a mobilitare il loro potere per esigere che l’esercito turco esca della Siria ponendo così fine agli assassinii commessi dalla polizia e alla repressione militare nel Kurdistan turco.

Oggi è urgente che tutti i sindacalisti combattivi in Turchia e a livello internazionale accorrano in difesa degli insegnanti turchi e curdi. Mentre il regime di Erdoğan è noto per le sue misure dittatoriali, l’assalto a Eğitim Sem consiste, in un momento critico precipitato dal capitalismo decadente, in un attacco all’istruzione pubblica e agli educatori di tutto il mondo, dal Messico al Brasile dagli Stati Uniti all’Europa. In Francia, Germania, Grecia e in Italia in particolare, gli insegnanti dovrebbero schierarsi in solidarietà con i loro fratelli e sorelle in Turchia, appellandosi ad un’azione concertata del lavoro per contestare l’offensiva internazionale contro gli insegnanti in particolare e contro il movimento dei lavoratori in generale. ■

Per prendere contatti e inviare le dichiarazioni di solidarietà con il Sindacato dell’istruzione e della Scienza Eğitim-Sen, scrivere a: bilgi@egitimsen.org.tr


  1. 1. Seguaci della tradizione borghese laica di Mustafa Kemal Atatürk, fondatore della Repubblica di Turchia.
  2. 2. Vedere “Free Abdullah Öcalan Now! Down with the Ban on the PKK!”, The Internationalist No. 7, Aprile-Maggio 1999.