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  febbraio 2018

“L’antifascismo” della borghesia è una frode!

La lezione di Macerata:
Azioni operaie di massa per difendere
gli immigrati e fermare i fascisti!


La manifestazione antifascista del 10 febbraio a Macerata ha visto la partecipazione di circa 30.000 persone. Inizialmente la manifestazione non era autorizzata. La resa dei vertici dell’ANPI a questa decisione del Ministro degli Interni ha visto una rivolta dei loro militanti pronti a partecipare a dispetto di qualsiasi divieto.  (Foto: Il Tempo)

Il seguente articolo è pubblicato in un supplemento a L’Internazionalista venduto alla manifestazione antifascista a Roma il 24 febbraio 2018.

Il tiro al bersaglio su sei immigrati di origine africana da parte del fascista Luca Traini a Macerata il 3 febbraio è stato un vero e proprio tentativo di omicidio plurimo, un tentato massacro fascista. Pattugliando le strade in macchina, questo ex-candidato della Lega ha fatto fuoco su chiunque avesse la pelle scura e si trovasse sulla sua strada. Quando è stato finalmente arrestato, era avvolto dalla bandiera italiana, urlava “Viva Italia” e faceva il saluto fascista. Dopo la sua cattura, l’organizzazione fascista di Forza Nuova si è impegnata a pagare le spese legali per la sua difesa, mentre i fascisti di Casapound e FN hanno organizzato manifestazioni di solidarietà in sua difesa. Matteo Salvini della Lega ha giustificato le azioni di questo bandito fascista facendo appello all’espulsione di mezzo milione d’immigrati, mentre il suo compagno di coalizione, Berlusconi, ha sollecitato la richiesta elevando la cifra delle deportazioni a 600.000.

La coalizione di destra: Giorgia Meloni dei Fratelli d'Italia, Silvio Berlusconi di Forza Italia e Matteo Salvini della Lega.  (Foto: Alamy)

Il sindaco di Macerata (PD) e il Ministro degli Interni Marco Minniti (PD), dapprima, si sono rifiutati di autorizzare la manifestazione antifascista prevista a Macerata per il 10 febbraio, criminalizzando in tal modo i manifestanti antifascisti. I vertici dell’ANPI, ARCI e CGIL a tutta risposta hanno ritirato la loro iniziale partecipazione, il che ha portato ad una rivolta (forse per la prima volta) nella base militante dell’ANPI, che invece ha manifestato con varie dichiarazioni pubbliche la volontà di partecipare nonostante il divieto. Alla fine, le autorità hanno ceduto e più di 25.000 persone hanno marciato nella piccola cittadina delle Marche per denunciare gli assassini fascisti. Alla manifestazione erano presenti, in numero rilevante, fronte-populisti borghesi, da Potere al Popolo alla organizzazione laico-liberale dell’ARCI. Un contingente di circa 300 metalmeccanici della FIOM, un centinaio di membri del sindacato SI Cobas, molti militanti della CGIL e tanti altri sindacalisti, così come di gruppi consistenti di sindacati minori che marciavano sotto le loro bandiere sindacali, insieme hanno mostrato il potenziale che avrebbe la mobilitazione di massa della classe operaia. Politicamente, però, è una storia diversa.

Sebbene fossero presenti gruppi di sinistra e di lavoratori, quasi tutti, proprio come i fronte-populisti borghesi, chiedono allo stato capitalista di agire contro i fascisti. Ma l’apparato repressivo della borghesia, oltre ad essere humus fertile per gli squadroni d’azione fascisti, è il loro massimo protettore. Che si tratti di lavorare direttamente con gli squadristi (vedi la P2) o di esonerare i bombaroli fascisti dal pagare per i loro crimini, come è accaduto negli anni ‘60, ‘70 e ‘80 del secolo scorso, le istituzioni dello stato capitalista tengono gli assassini fascisti in riserva per un uso futuro contro una sinistra radicale e contro il movimento operaio. Oggi, polizia e tribunali sono il flagello usato contro la popolazione immigrata, mentre i partiti borghesi competono con Salvini nelle misure anti-immigrazione e nei loro appelli. I cani da guardia del capitale non proteggeranno i lavoratori immigrati. Invece, un’avanguardia rivoluzionaria proletaria deve mobilitare il potere del movimento operaio per difendere gli immigrati.

Nell’atmosfera tossica di una campagna elettorale anti-immigrati, i fascisti hanno attaccato gli immigrati in casa loro e per le strade. La festa del Partito Comunista dei Lavoratori di Genova è stata attaccata da Casapound, nella notte tra il 12 e il 13 gennaio. Anche gli operai del sindacato SI Cobas sono stati oggetto di aggressioni fasciste. Centri di solidarietà per immigrati sono stati oggetto di assalti e gli organizzatori sindacali sono stati aggrediti. Questi continui attacchi sono in aumento, com’è stato dimostrato dalla manifestazione fascista di Forza Nuova a Roma lo scorso ottobre, che intendeva imitare la Marcia su Roma di Mussolini del 1922. Ma la risposta della sinistra opportunista, sia quella apertamente riformista, sia quella vacillante dei centristi, è stata quella di proporre un “fronte unito antifascista” (in realtà un fronte popolare con sezioni della borghesia) o di chiedere esplicitamente allo stato capitalista di venire in loro salvataggio con la “messa fuorilegge” delle espressioni fasciste.

Per gli oppositori della reazione razzista e per i difensori degli oppressi, dei poveri e degli operai, la questione di come sconfiggere questi nemici mortali della classe operaia e degli oppressi, è posta fortemente. Fronte-populisti borghesi come Potere al Popolo e la sinistra riformista che abbraccia la vecchia ideologia del PCI di Togliatti (che lo stato e la costituzione italiana sono nati dalla Resistenza, e quindi sono presumibilmente antifascisti) di solito dicono alle persone di fare affidamento sulla polizia e/o sulle istituzioni borghesi. Polizia e istituzioni borghesi però lavorano notoriamente con i fascisti e li scagionano, com’è avvenuto per gli attentatori bombaroli di Piazza Fontana (1969), del treno Espresso Italicus (1974), per la strage di piazza della Loggia (1974) a Brescia, e per i responsabili del massacro alla stazione ferroviaria di Bologna (1980). In ciascun caso, i perpetratori fascisti furono assolti.


Piacenza, 10 febbraio 2018. (Sopra) Manifestazione antifascista dei SI Cobas. (Sotto) Le cariche della polizia sui manifestanti antifascisti hanno prodotto arrestati tra i manifestanti.  (Foto: SI Cobas; Il Piacenza)

Le leve del potere dell’Italia capitalista sono sempre state a fianco dei rabbiosi segugi fascisti. Spaventata a morte dal Biennio Rosso del 1919-20, in particolare dalle massicce occupazioni di fabbrica e dall’insurrezione guidata dal proletariato del settembre 1920, praticamente l’intera borghesia italiana per scongiurare la “minaccia rossa” ha appoggiato l’ascesa al potere di Mussolini e successivamente ha sostenuto il suo Stato corporativo. Diffondendo l’illusione mortale che si può combattere il fascismo facendo appello alla democrazia borghese, Potere al Popolo chiede “al popolo” di controllare le istituzioni capitaliste; Rifondazione Comunista dice che “Siamo antifascisti e anti-razzisti, proprio come la costituzione”; mentre Contropiano emette appelli senza classi, “contro ogni forma di fascismo, e ogni razzismo, per la democrazia, per restare umani!”. Il nuovo PCI, frattanto, vuole “ricostruire una nuova sovranità popolare”. Tutto nel quadro del dominio borghese.

Gruppi in Italia che si definiscono trotzkisti fischiettano la stessa melodia, propongono una strategia socialdemocratica che invita lo stato borghese a bandire i fascisti. Sinistra Classe Rivoluzione fa appello “Al bando tutte le organizzazioni neofasciste!”. La Frazione Internazionalista Rivoluzionaria ha pubblicato un articolo (13 luglio) intitolato “Mettere Casapound fuorilegge”, che chiama per “Un’azione di carattere propagandista che pone il problema della messa a bando di Casapound, quale organizzazione che istiga alla violenza privata e all’odio razziale”. Una tale “strategia” di guardare al potere statale della classe dominante per ricevere protezione è suicida: si può essere certi che qualsiasi eventuali divieti politici alla fine saranno utilizzati contro la sinistra, i lavoratori e gli immigrati.

Contrariamente a questo sproloquio borghese e riformista, le mobilitazioni di massa operaie e degli immigrati sono urgentemente necessarie per fermare i fascisti e cacciarli via dalle strade. Ciò richiede una mobilitazione di classe rivoluzionaria contro il sistema capitalista. Come scrisse Leon Trotsky nel 1932 a proposito dell’ascesa dei nazisti tedeschi e dei loro predecessori italiani:

“L’ora del regime fascista arriva nel momento in cui i mezzi militari-polizieschi ‘normali’ della dittatura borghese, con la loro copertura parlamentare, diventano insufficienti per mantenere in equilibrio la società. Per mezzo del fascismo, la borghesia mette in movimento le masse della piccola borghesia infuriata, le bande dei declassati, i sottoproletari demoralizzati, tutti questi innumerevoli esseri umani che lo stesso capitale finanziario spinge alla disperazione e alla collera.”
E ora? Domande vitali per il proletariato tedesco (1932) – Trotsky, Scritti dal 1929 al 1936
Provocazione della Casapound a Roma. C'è bisogno di mobilitazioni  operaie di massa per fermare gli fascisti. (Ansa)

Ciò che è necessario per fermare effettivamente i fascisti, e non solo mostrare indignazione morale, è quello di mettere in campo un potere superiore. Un potere forte abbastanza da andare contro lo Stato capitalista, le cui forze di polizia stanno dietro (e spesso a fianco) dei loro ausiliari fascisti. Questo potere è quello della classe operaia organizzata, la sua mobilitazione richiede un programma rivoluzionario internazionalista per indicare la strada.

Un esempio su piccola scala, del tipo di azione proletaria necessaria per fermare fascisti e razzisti è stata la mobilitazione del 4 giugno 2017 con la quale il GI, Gruppo Internazionalista (sezione statunitense della nostra Lega per la Quarta Internazionale) ha portato in piazza circa 300 sindacalisti e sostenitori di 14 sindacati nell’area di Portland, Oregon, in quella che è stata la prima significativa azione antifascista del movimento operaio degli ultimi decenni. La sinistra fronte-populista invece ha fatto un blocco con il sindaco del Partito Democratico - e la polizia - per impedire un eventuale scontro diretto con i fascisti. Nell’agosto dello stesso anno i nostri compagni hanno partecipato alla costruzione di una mobilitazione antifascista, basata sui lavoratori portuali del sindacato ILWU a San Francisco, che ha costretto i fascisti a cancellare il loro rally. Ora a Los Angeles, il Gruppo Internazionalista si è unito ai lavoratori dei trasporti nell’azione dei manifestanti che hanno impedito ad un furgone della polizia dell’immigrazione di procedere nelle deportazioni.

Queste azioni mostrano su piccola scala quello che va fatto su scala molto più grande. Oggi la lotta deve essere quella di mettere in campo il potere del movimento operaio, e quello di iniziare ogni sforzo per la costruzione di guardie di difesa operaie, come avocava Trotsky negli anni 1930-39 del secolo scorso. Ma una vittoria durevole contro i fascisti può essere ottenuta solo con la vittoria della rivoluzione socialista internazionale. Per portarla a compimento è necessaria la guida di un partito operaio rivoluzionario, parte di una riforgiata Quarta Internazionale, costruita sul programma di Lenin e Trotsky, che dica la verità alle masse e le chiami all’azione quando è l’ora di agire. Per fermare i fascisti, è ora, prima che sia troppo tardi. ■