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  settembre 2019

Governi Conte 1 e 2 attaccano i lavoratori e immigrati

Mobilitare il potere operaio per stracciare i decreti Salvini e rovesciare il Jobs Act

Forgiare un’opposizione rivoluzionaria per sconfiggere l’offensiva capitalista

Sia il governo “populista” Conte I (sopra, giugno 2018), sia il governo "neoliberale" Conte II (sotto, settembre 2019), rappresentano entrambi austerità e deportazione per gli lavoratori e gli immigrati. (Fotos: quirinale.it)

Dopo che il governo “populista” Lega / Movimento 5 Stelle (M5S) ha intensificato la repressione anti-immigrazione e anti-operaia (sotto l’egida del Primo Ministro Giuseppe Conte), ora sarà il governo “neoliberale” del Partito Democratico (PD) con il M5S a dare continuità a questi attacchi ai lavoratori, agli immigrati, alle donne e ai giovani. Mentre le manovre parlamentari e il gioco dei seggi ministeriali continuano a Palazzo Montecitorio, i burocrati e i banchieri dell’Unione europea a Bruxelles hanno emesso un sospiro di sollievo per la partenza dell’incontrollabile “cannone a briglia sciolta” Matteo Salvini. Ma sia che vi sia in carica a Roma un governo borghese anti-UE o ve ne sia uno pro-UE, l’offensiva capitalista contro i lavoratori continuerà a pieno regime. Per combatterla è necessario forgiare una direzione rivoluzionaria.

La situazione è tanto più inquietante in quanto sono la fascistoide Lega, come i suoi alleati apertamente fascisti, le principali forze di opposizione a nutrire il malcontento popolare. Le confederazioni sindacali principali stanno ancora una volta appoggiando apertamente il governo, mentre gran parte dell’“estrema sinistra” sta cercando di mettere insieme un “fronte anticapitalista” sulla base di una piattaforma di richieste riformiste. Ma l’idea che sarebbe possibile vietare i licenziamenti, fornire alloggi per i senzatetto, buoni posti di lavoro ai giovani, uguale paga alle donne, un pensionamento dignitoso agli anziani e diritti democratici per gli immigrati e tutti coloro che si trovano in questo sistema capitalista in declino è pura illusione. Per sbarazzarcene ci vorrà una rivoluzione.  Le manifestazioni di massa o “scioperi generali” (rituali interruzioni del lavoro o più parate) non saranno azioni sufficienti per ottenerli.

Quello che è urgentemente necessario in questo momento cruciale è il potere che scaturisce dalla mobilitazione della classe operaia in una acuta, incalzante lotta di classe per difendere i diritti degli immigrati e dei lavoratori. Ciò include: far cadere i decreti Salvini (I e II) con quel tipo di lotte sociali militanti che gli stessi decreti hanno cercato di mettere fuorilegge; mandare gambe all’aria il decreto anti-immigrazione di Minniti attraverso quelle azioni dei lavoratori volte a fermare le deportazioni degli immigrati o quelle volte a fermare quelle di chi vuole impedire l’ingresso ai rifugiati; distruggere il Jobs Act con azioni di sciopero che pretendano l’assunzione a tempo indeterminato per tutti. Un esempio di ciò che è necessario è l’audace azione dei lavoratori portuali di Genova (a seguito dell’azione esemplare degli operai delle banchine portuali francesi di Le Havre) dello scorso giugno che ha bloccato il carico e scarico di cargo militari destinati alla guerra saudita contro lo Yemen.

I governi Conte Uno e Conte Bis:
repressione razzista anti-operaia in entrambi i casi

Il nuovo-vecchio governo PD / M5S / LEU sarà altrettanto ferocemente anti-operaio, anti-giovani, anti-donne, razzista e repressivo tanto quanto i governi del PD dal 2014-2018 sotto il comando di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Il “Jobs Act” ha condannato la maggior parte dei giovani a una vita da precari, posti di lavoro a breve termine a basso reddito senza benefici, mentre l'abrogazione dell’articolo 18 ha permesso ai capi di licenziare i lavoratori a volontà. La “riforma” introdotta dalla legge Fornero ha operato un taglio drastico alle pensioni, mentre ha resto impossibile per molti la possibilità di andare in pensione. Sono stati imposti limiti all’accesso universitario e una “formazione professionale” che condanna gli studenti a lavorare gratuitamente, mentre il decreto Minniti ha intensificato le deportazioni e la detenzione degli immigrati. Tagli killer alla sanità, alle scuole, ai trasporti e ad altri servizi si sono aggiunti.

Il nuovo governo proclama che rispetterà i suoi “obblighi internazionali” e la sua “amicizia” con l'imperialismo USA e Donald Trump, promettendo di aumentare le spese militari. Il PD e M5S ora si prodigano a dichiarare quanto saranno “responsabili” nel rispettare le linee guida di bilancio dei banchieri europei. In altre parole, stanno preparando più austerità fatta di “lacrime e sangue” per il bilancio 2020 e per quelli a venire. Le nomine di politici borghesi del PD, considerati “affidabili” e testati, come quella di Gentiloni a commissario europeo e quella di Roberto Gualtieri a ministro dell'economia, sono state molto apprezzate dai portavoce del capitale. Con il nuovo governo, il mercato azionario ha dato un impennata e il temuto “spread” (differenza tra obbligazioni decennali tedesche e italiane) è notevolmente diminuito.

Il PD è stato occupato nel tentativo di presentarsi come antirazzista per ripulire la sua immagine uscita malconcia dopo aver inflitto quattro anni di pene ai lavoratori, agli immigrati e ai giovani. Questo tentativo si riduce principalmente nell’opporsi ad alcuni aspetti dell'accuse [implicite nei decreti] rivolte contro gli equipaggi delle navi delle ONG (organizzazioni non governative) che salvano le vite dei rifugiati in mare. Si oppone anche in parte alla criminalizzazione del sindaco di Riace in Calabria, Mimmo Lucano, che ha cercato di salvare la sua piccola città dallo spopolamento invitando e integrando gli immigrati per stabilirsi lì. Ma questi sono solo gesti.

Il governo Renzi-Gentiloni-Minniti (PD) ha stretto accordi con governi e leader tribali in Libia, Ciad e Niger per controllare l’immigrazione, costruendo centri di detenzione lontani dal Mediterraneo in cambio di milioni di euro. E’ ben documentato come in questi centri di detenzione vi siano state diffuse percosse, stupri e torture nonché la vendita di rifugiati alla tratta degli schiavi. Questo è il vero volto del PD. Quando Salvini definisce demagogicamente il PD “comunista” e asserisce che questi vogliono trasformare l’Italia in un “gigante campo di rifugiati”, la risposta del PD è che loro sono stati “più efficienti” sia nell'effettuare le deportazioni sia nel mantenere i rifugiati fuori dall’Italia e citano pure le cifre per sostenere le loro affermazioni.

Nel frattempo, il movimento populista borghese dei M5S, diventato completamente incoerente, si è coperto di ridicolo. La popolarità dei Cinque Stelle è cresciuta proprio sulla base di caustiche invettive contro il governo del PD-Renzi, nell’asserire come questo fosse costituito da un’odiosa “casta” parassita corrotta e scesa in politica solo per i soldi. Ora si trovano al governo con quello stesso PD, dopo aver governato con i fascistoidi della Lega per ben 14 mesi. E’ noto come Karl Marx ebbe a descrivere la democrazia parlamentare: “Agli oppressi è concesso a intervalli di qualche anno di decidere quali particolari rappresentanti della classe che li opprime debbano rappresentarli e reprimerli”. In Italia gli elettori non riescono nemmeno a scegliere il loro oppressore, poiché i governi più recenti, incluso questo, sono stati il risultato di rimpasti ministeriali, che se durano un anno sono pure fortunati.

Salvini, la cui Lega sta raccogliendo nei sondaggi consensi molto superiori al PD e ai 5 Stelle, si sta opponendo scendendo nelle strade.  La Lega e i Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni il 5 settembre hanno organizzato una protesta contro l’inaugurazione del nuovo governo in una piazza che era gremita di saluti fascisti. Salvini e la Meloni si stanno ora mobilitando per una nuova “marcia su Roma” nazionale il 19 ottobre. Queste mobilitazioni dell’estrema destra, infestata di fascisti, rappresentano un’oscura minaccia per l’intero movimento operaio e per tutti gli oppressi. Con il governo del PD / M5S / LEU che promette una maggiore austerità anti-operaia, la ridicola denuncia di Salvini, che lo definisce il “governo più di sinistra di tutti i tempi” che si presume stia “svendendo gli italiani e l’Italia” agendo come “servitore dei burocrati di Bruxelles”, potrebbe attrarre seguaci.

Ciò dimostra ancora una volta come gli appelli a “combattere la destra” con il liberalismo borghese (il populismo borghese “di sinistra”, come quello di Potere al Popolo in Italia, SYRIZA in Grecia o Podemos in Spagna o il riformismo di fronte popolare, come quello del Partido dos Trabalhadores [PT] di Lula in Brasile) disarmino il movimento operaio e spesso sfocino nella crescita del terrore razzista e delle forze fasciste. Il movimento operaio e gli oppressi sono stati sottoposti a un attacco a tutto campo da molto tempo. Per respingere l'offensiva capitalista, condotta sia dai governi di destra sia da quelli di “centro-sinistra”, è necessario intraprendere metodi di lotta di classe che puntino alla rivoluzione socialista.

Per azioni di lotta di classe. No a coalizioni riformiste di fronte popolare.

Azioni di lotta di classe: a maggio e giugno i lavoratori portuali di Genova hanno bloccato il carico di armi destinato al regime saudita e alla sua sporca guerra contro lo Yemen.

È necessario lottare per mobilitare il movimento operaio perché agisca come tribuno del popolo in difesa delle donne, delle minoranze, degli immigrati e di tutti gli oppressi. Ciò significa, in primo luogo, lottare per mobilitare i grandi contingenti della classe operaia portandoli a sfidare i draconiani decreti Salvini. Il Nucleo Internazionalista d’Italia chiama a formare guardie di difesa dei lavoratori contro il terrorismo razzista e gli attacchi fascisti . Casa, lavoro e sindacato sono un diritto di tutti!

La borghesia tenta di dividere il movimento operaio con il veleno xenofobo (per trasformare il Sud in una sorta di “zona franca per la libera impresa” per il super-sfruttamento della sua popolazione in nome di “autonomia regionale”, con salari da fame, povertà e assunzioni a breve termine esercitate dalle cooperative) che divide e indebolisce l'intero movimento operaio. Noi del NId’I lottiamo per: pari lavoro, a pari salario universali per posti di lavoro per tutti, a salario pieno secondo contratto sindacale nazionale del settore d'industria ; per la trasformazione di tutti i contratti a termine in contratti a tempo indeterminato ; e infine per il riconoscimento di pieni diritti di cittadinanza per tutti gli immigrati .

La maggior parte dei gruppi di sinistra e le formazioni politiche che si oppongono all’attuale governo chiedono invece: un “fronte anticapitalista”; un “fronte unito anticapitalista”; “l’unità di tutte le forze rivoluzionarie”; un “fronte di classe” o formulazioni simili. Questi sono tutti appelli a fare un blocco politico basato su di un programma minimo riformista, cioè basato su un minimo comune denominatore. Il termine “anticapitalista” qui non denota il rivoluzionario rovesciamento del capitalismo ma una varietà di critiche e obiezioni riformiste degli effetti del capitalismo, proprio come le etichette “anti-imperialista” e “antifascista” sono appiccicate ad alleanze politiche con forze piccolo-borghesi e borghesi.

Come abbiamo scritto prima, la vera tattica del fronte unico è piuttosto diversa. La vera tattica del fronte unico, come proposto dall’Internazionale comunista sotto Lenin e Trotsky, è un accordo per un’azione specifica tra varie forze politiche basato sullo slogan “colpire uniti, marciare separati”.  Esempi di azioni del fronte unico sono: lo sciopero, la sindacalizzazione dei luoghi di lavoro, le azioni per fermare il terrore razzista e le mobilitazioni in difesa della nostra classe contro la repressione da parte dello stato borghese. Ma ciò a cui forze come la FIR, Frazione Internazionalista Rivoluzionaria, il PCL, Partito Comunista dei Lavoratori, Prospettiva Socialista e alcuni quadri del SI Cobas fanno appello sono coalizioni politiche durature che alcuni vedono come una nuova organizzazione in corso di costruzione.

Come ha scritto la Lega per la Quarta Internazionale (di cui il NId’I è la sezione italiana), tali coalizioni sono spesso l'anticamera di un “fronte popolare” con parti della borghesia. E in effetti la maggior parte dell’“estrema sinistra” coinvolta in questi “fronti anticapitalisti” ha una lunga storia di sostegno ai fronti popolari borghesi. Nel caso in questione: la maggior parte di questi gruppi ha sostenuto la coalizione elettorale di fronte popolare guidata dal PT (di Fernando Haddad) in Brasile alle elezioni del 2018 al fine di “combattere la destra”, minaccia rappresentata dal militarista Jair Bolsonaro. Questo si può equiparare al dare sostegno politico alla coalizione borghese di Unidad Popular guidata da Salvador Allende in Cile dal 1970 al 1973 per “sconfiggere la destra”. Abbiamo visto come è finita.

Questo è anche simile al “sostegno critico” al governo provvisorio borghese in Russia del 1917, alla politica dei menscevichi e a quella di molti “vecchi bolscevichi”, incluso Stalin. Lenin si batté contro questa politica nelle sue famose “Tesi di aprile”, gettando le basi per la Rivoluzione d’Ottobre. I menscevichi e gli altri sostenitori del fronti popolari finirono dall'altra parte delle barricate, durante e dopo la rivoluzione, mentre la ripetizione di Stalin di questa politica, in Cina del 1927 e nella Spagna del 1936-39, portò alla sconfitta delle rivoluzioni dei lavoratori in quei paesi. Il sostegno politico a ogni fronte popolare è un tradimento di classe, è la politica di menscevichi, degli stalinisti e dei socialdemocratici. Questa subordina il movimento operaio alle forze borghesi. Ecco dove è diretta una coalizione “anticapitalista”.

Forgiare un partito operaio rivoluzionario leninista-trotskista

Il NId’I ha partecipato all’azione del 19 giugno a Genova facendo appello a mobilitazioni operaie per fermare il decreto razzista e antioperaio di Salvini. (Foto: ANSA)

Le forze eterogenee coinvolte nelle diverse iniziative per un “fronte anticapitalista” sono ben consapevoli del fatto che se si parlasse seriamente del programma politico esse giungerebbero immediatamente ai ferri corti. Di conseguenza evitano costantemente il problema. Un esempio di questo è proprio su quale posizione assumere nei confronti delle coalizioni elettorali del fronte popolare: noi della LFI ci opponiamo al voto ai candidati di qualsiasi partito, compresi quelli dei partiti operai impegnati in tali coalizioni collaborazioniste di classe. O che dire del movimento populista dei “Gilet gialli” in Francia? La maggior parte della sinistra italiana ha incoraggiato questo movimento acriticamente nonostante vi fossero in mezzo a loro sia forze fasciste sia altre forze anti-immigranti, al contrario la LFI ha fatto appello alla mobilitazione dei lavoratori per trasformarne l'asse della lotta.

In Italia, una domanda chiave è su quali basi dovrebbe essere organizzata l’opposizione alla burocrazia procapitalista nei sindacati? Il comune denominatore di raggruppamenti concorrenti come “Sindacato é un'altra cosa” (PCL), “No Austerity” (PdAC) e formazioni simili è la semplice militanza sindacale: combattività. Noi del NId’I e della LFI chiamiamo invece alla costruzione di una opposizione rivoluzionaria di lotta di classe nei sindacati: comunisti nel sindacato, non sindacalisti nel partito. O che dire delle attuali mobilitazioni popolari a Hong Kong? La maggior parte dell “estrema sinistra” li elogia salutandoli calorosamente come fossero una “lotta democratica”, proprio come hanno salutato Solidarność in Polonia negli anni '80, mentre noi della LFI ci siamo opposti al movimento anti-sovietico finanziato dalla CIA proprio come ci opponiamo ai “movimenti” anticomunisti finanziati dagli USA nell’enclave capitalista che oggi viene usata come testa di ariete contro lo stato operaio deformato cinese.

Le uniche cose su cui le varie forze riunite in un eventuale “fronte anticapitalista” possono concordare sono la militanza sindacale (Lenin aveva alcune parole taglienti da dire al riguardo nel Che fare?) e il rifiuto a difendere gli stati operai deformati di Cina, Corea del Nord, Vietnam e Cuba contro l’imperialismo e le forze interne della controrivoluzione capitalista. Nessuna retorica “anticapitalista” può nascondere il fatto che questa non è una base su cui costruire azioni combattive contro l’attuale governo del PD / 5 Stelle o la fascistoide Lega e i suoi alleati amanti di Mussolini. Ancor meno è questa la base per forgiare un’avanguardia autenticamente comunista capace di guidare la lotta per rovesciare il dominio capitalista attraverso la rivoluzione socialista internazionale.

L'unica vera risposta all’offensiva borghese dispiegata a tutto campo deve essere quella di forgiare un partito rivoluzionario internazionale degli operai basato sul programma internazionalista di Lenin e Trotsky. Noi del Nucleo Internazionalista d’Italia, Lega per la Quarta Internazionale, intendiamo lavorare per la creazione di questo partito. ■