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  aprile 2022

Impostori pseudo-trotskisti si allineano con l’imperialismo…

Socialisti della NATO in Italia


La prima pagina di La Stampa, la voce della Fiat sin dai tempi del regime di Mussolini, con una foto drammatica e il titolo “La carneficina”, assieme all’articolo su “Così Kiev affronta l’assalto finale”. Peccato che la foto non ritrae affatto residenti di Kiev uccisi da un missile russo, si tratta invece di civili nella regione del Donetsk uccisi da un missile ucraino. La borghesia italiana, i suoi media e i suoi politici marciano a braccetto con gli imperialisti della NATO e degli U.S.A. che sfornano propaganda di guerra non-stop, mentre il grosso della sinistra italiana si allinea con i propri governanti capitalisti.

Nell’attuale conflitto Russia-Ucraina, istigato dalle potenze dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO), i comunisti nei centri imperialisti, Italia inclusa, sono tenuti a lottare per azioni operaie contro la guerra, opporsi alle sanzioni contro la Russia e a mobilitarsi per sconfiggere la spinta di guerra della NATO attraverso la lotta di classe contro la “loro” borghesia imperialista. Il nemico principale è a casa propria, specialmente in seno alla guerrafondaia Unione Europea (UE), Gran Bretagna e Stati Uniti d’America. Ma in Italia, come altrove, una gran parte della sinistra si è allineata con la propria borghesia imperialista e schierata dalla parte della “resistenza” ucraina sostenuta dalla NATO. Questi socialisti della NATO stanno attivamente sostenendo la campagna guerrafondaia imperialista.

Un esempio lampante di tutto ciò è il Partito Comunista dei Lavoratori (PCL) che proclama: “oggi difendiamo l’Ucraina contro l’invasione dell’imperialismo russo, nonostante il governo reazionario di Zelensky.” (corsivo nell’originale) e “siamo oggi dalla parte della resistenza Ucraina contro le forze russe di occupazione” (“Né atlantisti, né putiniani, né pacifisti”, PCL, 2 marzo). Il PCL poi chiede il massimo armamento della “resistenza” anche da parte delle potenze della NATO:

“Il popolo ucraino nella sua resistenza all’invasione ha diritto ad usare tutte le armi di cui dispone, da chiunque provengano. È il diritto di ogni resistenza. Non contestiamo questo diritto, non sabotiamo l’esercizio di questo diritto.”
–“Guerra imperialista, guerra nazionale e resistenza in Ucraina”, PCL, 19 marzo

La Lega per la Quarta Internazionale, al contrario, fa appello al disfattismo da entrambe le parti della guerra nazionalista Russia-Ucraina, per la lotta rivoluzionaria contro i governanti capitalisti a Mosca e Kiev, e soprattutto per contrastare la spinta bellica imperialista della NATO il cui obiettivo ultimo è quello di portare a compimento la controrivoluzione nello stato operaio (burocraticamente deformato) cinese.

Intanto, vigili operai dell’aeroporto di Pisa si sono di recente rifiutati di maneggiare una spedizione contenente armi che dovevano essere spedite in Ucraina e l’hanno bloccata. Lavoratori portuali di Livorno, Genova e altrove hanno espresso il loro appoggio a quest’azione d’internazionalismo proletario e, a Pisa, hanno organizzato una manifestazione a loro sostegno. La posizione del PCL di sostenere un presunto “diritto” della “resistenza” ucraina a ricevere armi è direttamente in contrasto con l’azione coraggiosa di questi operai. In effetti, un membro del PCL ha pure scritto sul social che l’azione degli operai aeroportuali era stata un “errore” e lamentava che “Impedire che gli ucraini si difendano vuol dire assegnare la vittoria alla Russia” (Facebook).

Va notato che parte delle armi inviate all’Ucraina sono poi utilizzate dalle gang dei fascisti ucraini in Donbass e Mariupol per uccidere i combattenti separatisti e la popolazione in generale. La LQI, al contrario, negli ultimi otto anni ha fatto appello – e continua a farlo – a difendere l’autogoverno nelle regioni del Donetsk e del Lugansk contro l’assedio degli ultranazionalisti ucraini che metterebbero in atto una “pulizia etnica” nell’area della sua popolazione russofona.

Il PCL paragona la sua odierna difesa dell’Ucraina alla sua precedente difesa dell’Iraq e della Serbia contro gli imperialismi italiano e USA. Ma mentre allora erano gli imperialisti italiani e USA a compiere una macelleria in Serbia e Iraq, oggi in Ucraina il PCL è schierato dalla stessa parte delle barricate dell’imperialismo italiano e statunitense. Per i Leninisti, la Russia capitalista non è un paese imperialista, nonostante l’ambizione imperiale di Putin, ma è un potere regionale (vedi il nostro articolo “The Bugbear of ‘Russian Imperialism’”, The Internationalist n. 40, estate 2015). Il fatto nudo e crudo è che i socialisti della NATO del PCL si sono allineati con la propria borghesia imperialista.


La Brigata Fascista Azov addestra volontari civili, febbraio 2022. Questa è la “resistenza” ucraina filo-imperialista acclamato da PCL, PDAC, Sinistra Anticapitalista e altri pseudo-trotskisti “socialisti della NATO”. (Foto: Gleb Garanich / Reuters)

E non sono i soli. Anche l’organizzazione social-democratica Sinistra Anticapitalista, associata con l’“International Bureau of the Fourth International” (l’ex Segretariato Unificato, seguaci del defunto Ernest Mandel), sostiene la cosiddetta “resistenza” ucraina e la propria borghesia imperialista. Grottescamente quest’organizzazione arriva a proporre un percorso “democratico” attraverso il quale l’Ucraina potrebbe entrare nella NATO: “Sta al popolo ucraino – e non al ricatto e ai negoziati tra le grandi potenze – a decidere se divenire membri o meno della NATO” (International Viewpoint, 1 febbraio). A questo aggiungono l’appello a fornire “l’invio di armamenti difensivi alle vittime dell’aggressione … in questo caso lo stato ucraino….” Il sostegno di Sinistra Anticapitalista all’imperialismo italiano non è nuovo. L’attuale principale dirigente di SA, Franco Turigliatto è stato senatore per Rifondazione Comunista sotto il governo Prodi nel 2006-2008. Durante il suo mandato ha votato in favore del finanziamento delle forze militari italiane in Afghanistan, oltre che a votare per ben 23 volte la sua fiducia al governo stesso.

La Frazione Internazionalista Rivoluzionaria (FIR), associata alla corrente internazionale Frazione Trotskista (FT), è stata occupata ad appoggiare entusiasticamente le manifestazioni pro-NATO. Circa 50.000 persone si sono mobilitate per partecipare ad una manifestazione nazionale per la “pace” a Roma il 5 marzo organizzata dalla Rete Italiana per la Pace e il Disarmo. Politicamente la manifestazione era centrata sugli slogan di “Solidarietà con la popolazione dell’Ucraina” e “condanniamo l’aggressione e la guerra scatenata dalla Russia”. Mentre la Russia veniva condannata, la NATO non era nemmeno menzionata, né vi era alcun appello a fermare la fornitura imperialista di armi all’Ucraina né contro l’espansione ad est della NATO. Questo movimento ha invece fatto appello al Papa e all’intervento delle Nazioni Unite, suggerendo un possibile ruolo progressivo dell’UE in una “Europa di Pace”. Di fatto questa è stata una manifestazione pro-NATO vestita della foglia di fico della retorica pacifista.

In un articolo pubblicato da La Voce delle Lotte (6 marzo), “A Roma, 50.000 in piazza per la pace in Ucraina e contro il militarismo NATO”, scritto il giorno dopo la manifestazione dall’editore del giornale, Giacomo Turci dirigente della FIR, che entusiasta del “successo” della manifestazione pro imperialista, polemizza contro quelli che non vi hanno dato il proprio sostegno – incluso il movimento populista borghese di Potere al Popolo che ad una certa distanza fisica dal corteo ha osato contrapporsi alla manifestazione sollevando lo slogan “Italia fuori dalla NATO”. Secondo Giacomo Turci, questa manifestazione pro- imperialista “segna un primo importante punto” verso la lotta “per la pace immediata in Ucraina con il ritiro delle truppe russe dal paese, e l’utilizzo di mezzi veramente democratici, non militaristi, per risolvere le questioni di libertà e autodeterminazione nazionale, in Ucraina come altrove”.

Forse il più convinto e consistente sostenitore dell’imperialismo, tra i socialisti della NATO, è il Partito di Alternativa Comunista (PDAC), parte della Lega Internazionale dei Lavoratori (LIL), seguace del defunto Nahuel Moreno. Il titolo principale della loro dichiarazione del 5 marzo era “Sconfiggere l’invasione russa! Armi per la resistenza Ucraina!” Poiché tali armi possono solo provenire dagli imperialisti della NATO, il devoto appello della LIL per lo “scioglimento” della NATO è semplicemente una copertura per la sua presa di posizione pro-imperialista. La dichiarazione fa appello anche a “difendere l’unità e l’indipendenza dell’Ucraina” e per la “restituzione della Crimea”. In altre parole, la LIL si oppone all’autogoverno del Donbass che si è separato dall’Ucraina dopo il colpo di stato fascista/nazionalista del 2014 sostenuto dagli imperialisti, e vuole rovesciare il voto a favore della stragrande maggioranza della popolazione della Crimea a tornare a far parte della Russia.

Il morenista PDAC ha già fatto appello in passato alle sanzioni imperialiste contro la Russia, anche contro altri paesi. In questo caso, invece di opporsi alla guerra economica delle sanzioni degli USA/NATO/UE, si offre in aiuto agli imperialisti suggerendo che le sanzioni dovrebbero essere dirette contro gli “oligarchi” Russi. Echeggiando così alla vile e martellante propaganda di guerra cui sono soggette tutte le genti nei paesi imperialisti, la dichiarazione elogia la “forte ed eroica resistenza dell’esercito ucraino e delle masse popolari ucraine”. Sulla prima pagina di Progetto Comunista (11 aprile), giornale del PDAC, campeggia una foto in cui dei civili vengono addestrati con armi giocattolo, repliche di fucili AK-47, però chi sta addestrando quei volontari sono il fascista Reggimento Azov e i neo-nazisti di Pravy Sektor (Settore Destro), che sono stati integrati nelle forze armate ucraine. Del resto sono del tutto attese tali politiche pro-imperialiste da un gruppo che nel 2011 proclamava “Lunga vita alla rivoluzione libica, che ha distrutto il regime di Gheddafi” – un sostegno appena mascherato all’imperialismo italiano che ha aiutato il massiccio bombardamento che ha abbondantemente distrutto l’economia della Libia.

I poteri imperialisti della NATO, e altri come l’Australia e il Giappone, hanno intensificato le loro minacce e reiterato le loro condanne verso la Cina, accusandola di aiutare la Russia. Gli imperialisti vedono i loro atti di guerra contro la Russia come un trampolino di lancio verso il loro obiettivo finale della controrivoluzione in Cina. Gli pseudo-trotskisti socialisti della NATO sanno perfettamente che gli imperialisti hanno nel loro mirino la Cina, eppure pretendono non solo che lo stato operaio deformato cinese sia divenuto capitalista, ma addirittura imperialista, così da poter lavarsi le mani dal dovere di difenderlo. Noi della Lega per la Quarta Internazionale sosteniamo la difesa militare incondizionata della Cina e degli altri stati operai deformati di Cuba, Corea del Nord e Vietnam contro l’imperialismo e contro le forze interne della controrivoluzione.

Non è nemmeno una sorpresa che i socialisti della NATO siano anche guerrieri della guerra fredda pro imperialisti. Il FIR, PDAC and SA (così come Sinistra Classe e Rivoluzione, della Tendenza Marxista Internazionale) hanno tutti appoggiato le rivolte razziste e anticomuniste a Hong Kong nel 2019. Questo movimento controrivoluzionario faceva sfoggio delle bandiere statunitensi, picchiava i residenti provenienti dalla Cina continentale e faceva appello a Donald Trump affinché intervenisse contro la China. Da parte sua, il PCL dichiara che l’“imperialismo” cinese è un nemico della classe operaia mondiale e degli oppressi tanto quanto l’imperialismo USA; e un dirigente centrale internazionale della Frazione Trotskista, Emilio Albamonte, ha pure scritto che “milioni di lavoratori in Cina” sono stati ridotti alla condizione degli “schiavi” affermando che: “La burocrazia cinese ha raggiunto quella mostruosità di generare un capitalismo mille volte più selvaggio di quello che le lotte del proletariato occidentale sono riuscite a fermare” (Emilio Albamonte, “Il metodo marxista e l’attualità dell’epoca di crisi, guerre e rivoluzioni” Parte seconda, La Voce delle Lotte, 9 settembre 2021).

Questa vile propaganda anticomunista, proveniente da gruppi che insozzano il nome Lev Trotsky, compagno in armi di Lenin nel dirigere la Rivoluzione d’Ottobre del 1917. Anche alcuni imperialisti ammettono che la Cina ha aumentato l’aspettativa di vita alla nascita, da una media di 35-40 dagli anni 1949 ai 65.5 nel 1980 (World Bank, 2009), fino ai 76.4 anni di età odierni, mentre al contempo ha sollevato dalla povertà più di 800 milioni di persone nello spazio di poche decadi (dati della World Bank, 2016) – impresa senza precedenti nella storia mondiale.

Contro i “socialisti della NATO”, impostori pseudo-trotskisti, la Lega per la Quarta Internazionale fa appello alla sconfitta della spinta di guerra contro la Russia e la China, a difendere la Cina e gli altri stati operai deformati dalla controrivoluzione dall’interno e dall’esterno mentre ci battiamo per la rivoluzione proletaria mondiale. ■