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  febbraio 2022

Opporsi alla guerra Russia-Ucraina provocata dagli imperialisti
Lotta rivoluzionaria contro i governanti capitalisti a Mosca e Kiev!

Dietro questa guerra: la spinta bellica di U.S.A./NATO contro Russia e Cina

Difendere l’autonomia di governo nell’Ucraina sudorientale! Schiacciare i fascisti! Internazionalismo proletario contro il nazionalismo russo e ucraino!


Gli Stati Uniti consegnano centinaia di missili anticarro Javelin, Kiev, gennaio 2022. I paesi della NATO si stanno riversando grandi quantità di armi per sostenere il regime ucraino..  (Foto: Brendan Hoffman del New York Times)

28 FEBBRAIO – Il 24 febbraio il presidente russo Vladimir Putin ha lanciato un’operazione militare in Ucraina. Il primo giorno è consistita nello spedire truppe a rafforzare le “repubbliche popolari” secessioniste di Donetsk e Lugansk, accompagnandola con attacchi aerei contro obiettivi militari in molte parti dell’Ucraina. Questa si è velocemente trasformata in un’invasione via terra da parte delle truppe russe che hanno accerchiato e attaccato diverse città ucraine. Dopo previi discorsi di difesa delle regioni assediate del Donbass, al momento di lanciare il suo attacco militare, Putin ha dichiarato che il suo scopo di “demilitarizzare e denazificare l’Ucraina”. Questa è ora una guerra tra lo stato capitalista russo, con i suoi governanti nazionalisti a Mosca, e quelli dell’Ucraina, il cui regime nazionalista di Kiev ha agito come una marionetta dell’imperialismo occidentale e ha usato forze fasciste per porre sotto assedio la popolazione russofona dell’Ucraina sud-orientale. Noi trotskisti facciamo appello in questa guerra reazionaria e nazionalista al disfattismo rivoluzionario da ambo le parti e a condurre una lotta proletaria internazionalista contro entrambi i regimi capitalisti e, soprattutto, contro i governanti degli U.S.A. e dell’Europa che hanno scatenato questa conflagrazione.

Avendo provocato questa guerra, il governo U.S.A. del democratico Joe Biden e i suoi alleati europei, accompagnati da un coro di liberali e di seguaci della cosiddetta “sinistra”, hanno disseminato la menzogna che loro e il loro presidente tirapiedi a Kiev essi stavano presuntamente difendendo la “democrazia”. In realtà, i nemici principali dell’intera classe operaia e degli oppressi a livello mondiale sono proprio l’imperialismo U.S.A. in compagnia dell’imperialismo europeo occidentale, che hanno spinto verso l’inasprimento del conflitto attraverso la loro alleanza militare, la NATO (North Atlantic Treaty Organization). Dopo aver proclamato un “Nuovo Ordine Mondiale” dominato dagli U.S.A., in coincidenza con la distruzione controrivoluzionaria dell’Unione Sovietica tre decadi fa, gli imperialisti della NATO hanno per anni puntato ad accerchiare la Russia post-sovietica, e oggi capitalista, incorporando i regimi capitalisti nazionalisti dell’ex blocco sovietico come strumenti nelle loro mani.

I padroni di Wall Street e Washington sono alla ricerca disperata di risanare la decadente egemonia mondiale degli U.S.A. a seguito della loro umiliante sconfitta in Afganistan avvenuta dopo vent’anni di occupazione imperialista. Fin dagli anni ‘90 del secolo scorso hanno intensificato la loro corsa verso l’est, aggiungendo sempre più numerosi stati clienti dell’Europa dell’Est alla NATO, e provocatoriamente cercato di spostare la linea del fronte fino all’Ucraina, al confine occidentale con la Russia. Dopo aver spinto Putin a passare all’azione, aver rigettato totalmente ogni garanzia di sicurezza alla Russia e aver accentuato in crescendo il bombardamento della regione del Donbass, questi hanno ora ordinato sanzioni economiche contro Mosca. Queste misure insieme alla fornitura di armi da parte della NATO all’Ucraina fanno parte dei preparativi per una Terza Guerra Mondiale imperialista conto la Russia e in particolare contro la Cina, uno stato operaio burocraticamente deformato.

Reiteriamo l’appello della Lega per la Quarta Internazionale a “Sconfiggere la spinta di guerra degli U.S.A./NATO e le sanzioni contro la Russia!” (23 febbraio). In questa dichiarazione, rilasciata prima che Putin lanciasse l’attacco all’Ucraina, abbiamo fatto appello (e continuiamo a farlo oggi) alla “defesa dell’autogoverno nelle regioni secessioniste orientali e meridionali dell’Ucraina e alla sconfitta dell’attuale spinta di guerra contro la Russia e la Cina”. Ammonivamo anche che “se gli scontri portassero a una guerra in piena regola tra Russia e Ucraina, noi trotskisti ci pronunciamo a favore di una politica di disfattismo rivoluzionario in entrambe le potenze regionali, mentre chiederemmo ai lavoratori di opporsi attivamente allo sforzo di guerra delle ‘loro’ borghesie e di condurre una lotta di classe intransigente contro i governanti capitalisti a Mosca e a Kiev”. Questa situazione si è verificata molto velocemente con l’offensiva russa orientata per gli obiettivi di guerra ampliati di Putin, che vanno ben oltre la difesa delle regioni secessioniste sudorientali. Allo stesso tempo, notammo che se il conflitto “si trasformasse in una guerra dei sostenitori imperialisti dell’Ucraina contro la Russia, allora sarebbe una questione molto diversa”. Con le risposte all’attacco di Putin da parte dei guerrafondai degli U.S.A. e della NATO, questo pericolo è più che reale.

Detto questo, contrariamente alle nostre aspettative e a quelle di molti altri, dopo decenni di disinformazione imperialista, in questo caso gli scenari sempre più bizzarri dipinti dalle agenzie di intelligence degli U.S.A. di un’azione avventurista russa si è rivelata abbastanza accurata. Il governante sciovinista grande russo che siede al Cremlino si è imbarcato in un corso che, qualsiasi fossero i suoi calcoli basati sulla schiacciante superiorità militare nello scenario immediato, monterà l’odio nazionalista contro la Russia tra la popolazione ucraina e accelererà i preparativi U.S.A./NATO (già ben avviati) per una guerra imperialista contro la Russia. Anche se Putin fosse capace di estorcere concessioni dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, per ottenere una certa “neutralità”, e anche se le milizie fasciste e ultranazionaliste ucraine che assediano il Donbass potessero essere neutralizzate militarmente, la guerra accrescerebbe il peso delle forze fasciste in seno allo stato ucraino.

Noi appoggiamo il diritto all’autodeterminazione nazionale dell’Ucraina, come fecero i bolscevichi di Lenin e Trotsky, un’espressione d’internazionalismo rivoluzionario denunciata nella tirata anticomunista del 21 febbraio dell’attuale inquilino del Cremlino (vedi “Il nazionalista russo Putin contro l’internazionalista bolscevico Lenin”, in questo numero di L’internazionalista). Allo stesso tempo, noi difendiamo il diritto di autodeterminazione della regione prevalentemente russofona del Donbass e anche la decisione democratica della Crimea di unirsi alla Russia. Noi siamo per abbattere entrambi i regimi, ucraino e russo, attraverso rivoluzioni operaie internazionaliste. Combattiamo lo sciovinismo grande russo aperto di Putin (come anche quello della figura d’opposizione russa di Alexei Navalny, esaltato nell’occidente come un “attivista anti-corruzione”) – e combattiamo il nazionalismo reazionario della borghesia ucraina desiderosa di essere la prima linea della NATO e dell’Unione Europea (UE). Zelensky ha appena richiesto un ingresso di emergenza nell’UE, la questione che ha scatenato il golpe dell’“Euromaidan” di Kiev del 2014, mentre lo stesso governo tedesco ha annunciato que raddoppierà il suo budget militare e inizierà a consegnare armi all’Ucraina in nome della pace e della “democrazia”.

Il nazionalismo ucraino ha sempre fatto appello all’imperialismo contro il comunismo e la Russia, e storicamente è anti-polacco e anti-semita. Questo fu il caso di Symon Petliura e della Rada Ucraina (consiglio di governo) nel 1917-18, che si alleò con l’esercito della Germania imperiale e ai generali della Guardia Bianca russa contro i bolscevichi. Fu vero anche per il nazionalista ucraino Stepan Bandera, che si unì alle squadre di sterminio delle SS naziste tedesche per combattere l’Unione Sovietica e terrorizzare la popolazione ucraina. Oggi, come allora, i nazionalisti ucraini di ogni fatta – dai fascisti di Svoboda, Pravyi Sektor, i battaglioni Azov e Dnipro ecc., agli oligarchi grati a Wall Street, fino al comico Zelensky, un protégé dell’oligarca israeliano/ucraino Ihor Komoisky finanziatore di diverse milizie – ognuno aspira a essere strumentale alla dominazione imperialista.

Negli ex stati operai deformati, di quello che era il blocco sovietico dell’Europa dell’Est, ora paesi capitalisti, l’attacco di Putin all’Ucraina ha attivato il sentimento anti-russo e una rinforzata presenza della NATO. Il regime filofascista, anti donne e razzista della Polonia che l’anno scorso ha usato il suo esercito per tenere fuori i rifugiati provenienti dal Medio Oriente, lasciandoli morire nei boschi ai confini della Bielorussia, ora accoglie a braccia aperte i rifugiati bianchi e cristiani ucraini come le migliaia e più unità delle truppe U.S.A.. Negli staterelli baltici che celebrano i fascisti “fratelli della foresta” che uccisero migliaia di cittadini sovietici nella Seconda Guerra Mondiale, l’indipendenza post-sovietica si è accompagnata a leggi che vietano l’uso della lingua russa, come quelle che ha messo in pratica l’Ucraina a partire dal colpo di stato di Kiev del 2014. La “coraggiosa piccola Lituania”, dove i nazionalisti locali hanno messo in atto uno dei pogrom anti ebraici più orribili all’alba dell’invasione dell’URSS da parte di Hitler (e i cui leader sognano il ritorno alla gloria medievale quando il Gran Ducato governava l’Ucraina e la Bielorussia), ora ospita un battaglione dell’esercito della Germania. I baroni del Baltico governarono l’Estonia e la Latvia negli anni tra la Prima Guerra Mondiale e la Seconda come agenti dell’imperialismo tedesco. Oggi offrono le loro terre alla NATO per le loro manovre militari e praticare gli sbarchi all’imperialismo U.S.A. per la guerra alla Russia.

Mentre i mass media occidentali annunciano che il primo ministro ucraino Zelensky ha “trovato il suo ruggito” e si sta rivelando nel suo ruolo agendo da leader in tempi di guerra, il presidente democratico statunitense Joe Biden sta cercando di riguadagnare la sua statura dopo il fiasco dell’uscita da Kabul, assumendo l’immagine di uno statista che controlla saldamente l’ordine e la sicurezza internazionale (leggi, l’egemonia U.S.A.). Nel suo discorso del 24 febbraio in cui annunciava i suoi obiettivi di guerra, Putin ha preso di mira “l’intero cosiddetto blocco occidentale formato dagli Stati Uniti, a loro immagine e somiglianza” che è un “impero di bugie”. Come ha notato Farah Stockman, membro del comitato editoriale del New York Times a una tavola rotonda di opinionisti dell’organo della casa dell’imperialismo statunitense: “È [un affare] più grande dell’Ucraina perché [Putin] è stato a guardare negli ultimi, non so, 20 anni – ha visto gli Stati Uniti fare cose come questa [invadere altri paesi]…. Ha odiato quello che abbiamo fatto in Libia. Era furioso. Ha odiato l’invasione della guerra in Iraq. Ci ha visto gettare la nostra forza in giro e chiamarla legge internazionale. E penso che stia solo dicendo, beh, posso giocare anch’io a quel gioco. E questo è davvero per dire agli Stati Uniti che non sono più l’unica superpotenza e mostrare che siamo deboli.”1


Razzi russi hanno colpito segretamente il quartier generale di Kharkov dell'Ucraina polizia, SBU (sopra), il 2 marzo, dove la repressione di La popolazione di lingua russa dell'Ucraina orientale era orchestrato.  (Foto: European Press Agency)

A livello di geopolitica, la Stockman ha aggiunto, Putin “è andato a Pechino prima di questo e fondamentalmente ha ottenuto una sorta di accordo dal presidente Xi che in qualche modo la Cina li li sosterrà con accordi economici affinché potessero vivere forse senza l’Europa per un po’”. La dichiarazione congiunta di Putin e Xi del 4 febbraio di mutuo sostegno tra Russia e Cina preoccupa molto i giocatori di guerra del Pentagono e i think-tank di esperti alla “difesa”. “Funzionari di stato U.S.A. hanno ripetutamente sollecitato la Cina a fornire il suo aiuto al fine di evitare la guerra in Ucraina”, titolava il New York Times (26 febbraio). I burocrati di Beijing> sarebbero stati dei fessi inveterati ad abboccare a questa esca appiccicosa, come ha messo perfettamente in chiaro Biden che la guerra degli U.S.A. contro la Russia di Putin è solo una stazione sul percorso verso la resa dei conti con la Cina. L’isterica e massiccia propaganda bipartisan di guerra, che incolpa la Cina per la diffusione della pandemia di COVID-19, sottolinea ancora una volta che l’obiettivo finale degli U.S.A. è la controrivoluzione nello stato operaio burocraticamente deformato.2 Ciò nonostante, i governanti stalinisti della Cina stanno ancora tristemente cercando il fuoco fatuo della “coesistenza pacifica” con l’imperialismo.

Tornando all’Ucraina, come le minacce di guerra si sono riscaldate, gli “oligarchi” super-corrotti che dominano l’economia hanno lasciato la città con i loro aerei privati. I cleptocrati ucraini sono esclusivamente interessati al loro arricchimento personale, occupati ad arraffare qualsiasi ex proprietà statale su cui mettere le mani pagandola a prezzi stracciati. D’altra parte i loro confratelli russi devono trattare con Putin, il quale tira la lezione della storia russa, come avevano ben compreso gli zar, da Ivan il Terribile a Pietro il Grande, l’imperativo di mantenere i boiardi (baroni) subordinati e legati all’autocrazia. Molti cittadini ordinari ucraini hanno risposto all’appello di Zelensky a resistere all’attacco russo e praticare un addestramento rudimentale con finte mitragliatrici AK di compensato. Ora vengono distribuiti fucili veri e propri. Questo è un cinico stratagemma, finalizzato ad aumentare il numero delle vittime civili, di un regime reazionario che offre i suoi servizi come marmittoni degli imperialisti per provocare una guerra con la Russia e che ha perseguitato per anni la popolazione russofona. I fascisti ucraini che assediano l’Ucraina orientale sono una minaccia per tutti i lavoratori. Questi criminali assassini devono essere fermati per sempre e portati davanti alla giustizia, e il loro piano di “pulizia etnica” schiacciato.

Nell’occidente imperialista, la popolazione è assoggettata a uno sbarramento infinito della più vergognosa propaganda di guerra. Nessuna menzione del fatto che le guardie di confine ucraine hanno opposto un’esigua resistenza. Gli 82 marinai ucraini dati per morti a causa del bombardamento russo dell’Isola di Zmeiny (serpente) al confine con la Moldavia, quelli a cui Zelensky annunciava voler conferire la medaglia postuma di eroi dell’Ucraina per il loro “ultimo sprezzante atto di resistenza”,3 in realtà non sono morti, ma si sono arresi ai russi e sono riapparsi a Sebastopoli, in Crimea “sani e salvi”.4 Degli analisti guerrafondai militari più sobri riportano una “tregua operativa, il 26-27 Febbraio” dei russi per raccogliere nuove forze, carburante e artiglieria, mentre “forze militari russe hanno circondato Mariupol” (una città a maggioranza russofona nella regione del Donetsk che ha votato per l’autogoverno nel 2014 ma che è stata presa in ostaggio dalle milizie fasciste) e “minacciato di isolare le forze ucraine sul posto sulla linea di contatto nel Donbass se non si fossero ritirate”.5 In tutta la copertura mediatica imperialista non c’è alcuna notizia che descriva la precaria situazione della popolazione assediata di Donetsk e Lugansk, regioni con una popolazione di 4 milioni di persone (più dell’Estonia e della Latvia messe insieme), dove 14,000 persone sono state uccise in otto anni di guerra dalle forze ucraine.

Nel frattempo, la maggior parte della sinistra occidentale si è allineata con gli imperialisti della NATO nella denuncia unilaterale dei russi. Il Partito Comunista francese (PCF) ha “condannato” la “grave decisione” di Putin di lanciare un’operazione militare in Ucraina, mentre lamenta solamente del fatto che la NATO sta “alimentando il fuoco del conflitto”.6 Gli ex-stalinisti del PCF hanno fatto appello alla Francia imperialista (cioè al governo antioperaio di Emmanuel Macron) a spingere per negoziati di pace “sotto l’egida delle Nazioni Unite”, organizzazione che ha sempre agito come copertura alle aggressioni e occupazioni imperialiste, dal Congo a Haiti. Il Partito della Sinistra Tedesca (Linkspartei), dimora ormai di molti ex-membri del partito stalinista di governo della Germania dell’Est, ha rilasciato una dichiarazione, il 22 febbraio, che si oppone al riconoscimento russo dell’indipendenza della “repubblica popolare” dell’Ucraina orientale poiché questa “viola la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina”. Lo stesso ha definito l’attacco russo una “guerra contraria alla legge internazionale, e noi inequivocabilmente la condanniamo”.7 Questi pseudo-comunisti e socialdemocratici di “sinistra” sono un caso esemplare di quelli che Lenin denunciava durante la Prima Guerra Mondiale come “social-imperialisti”, che attivamente sostengono la campagna guerrafondaia imperialista.


Screenshot dal video del New York Times del fascista milizia paramilitare si prepara a colpire vicino alla “linea di contatto” con la repubblica orientale di Donetsk. Oltre 14.000 persone sono state uccise in otto anni di ucraino guerra nazionalista contro i prevalentemente di lingua russa regioni. In alto: lo stendardo rossonero dei nazisti collaboratore Stepan Bandera ora adottato dalla “Ukrainian Esercito Volontario”.  (Foto: screenshot dal video del New York Times)

Dei gruppi di sinistra più piccoli, quasi tutti quelli pseudo-trotskisti si sono uniti al fronte anti-russo, a volte tentando di coprire le loro tracce con la foglia di fico della critica alla NATO. Questo è il caso della tendenza Socialist Alternative (SAlt), la più eclatante tra tutti, che si è dichiarata in “piena solidarietà con il popolo ucraino” ed esigeva che “le truppe russe devono ritirarsi immediatamente dall’Ucraina .8 In ogni caso, nessun appello a tagliare i rifornimenti di armi della NATO a Kiev. Una precedente dichiarazione9 di SAlt lanciava vituperi contro “l’imperialismo russo”, una pretesa di molti gruppi che si dicono trotskisti che noi abbiamo confutato definitivamente nel 2014, all’epoca del colpo di stato pro-imperialista di Kiev.10 Questa dichiarazione denuncia inoltre “l’imperialismo cinese”, un tema costante della tendenza di Socialist Alternative, che è stata forse il “tifoso” più scatenato dei tumulti pro-imperialisti di Hong Kong nel 2019.11

A spingere la pretesa dell’esistenza di un “imperialismo russo” c’è anche il Comitato per un’Internazionale Operaia (CWI) di Peter Taaffe, da cui si è staccata SAlt nel 2019. Una presa di posizione anti-russa e, di fatto, pro-imperialista normale per una tendenza che ha sostenuto il burattino degli Stati Uniti, Boris Yeltsin, nel contro-golpe architettato dagli U.S.A. del 1991 che ha aperto le porte alla controrivoluzione nell’URSS. Un’altra corrente dei socialisti della NATO lanciatasi contro l’“imperialismo russo” è la Tendenza Marxista Internazionale (IMT, in Italia Sinistra, Classe e Rivoluzione) da cui ha scisso il CWI nel 1991. Un commentario iniziale del guru dell’IMT, Alan Woods, dal titolo “Imperialist hypocrisy and the invasion of Ukraine”12 [L’ipocrisia imperialista e l’invasione dell’Ucraina], si menzionava che “la nostra lotta è contro l’imperialismo”. La linea operativa però, contenuta nell’appello ai sostenitori russi della IMT, era: “No alla guerra con l’Ucraina! Contro l’intervento militare russo!” Un appello che si opponeva al riconoscimento russo dell’indipendenza delle repubbliche del Donbass e non diceva nulla che si opponesse alla NATO o al governo nazionalista ucraino.13/p>

Queste dichiarazioni smorfiosi pallide a confronto della posizione dell’“International Bureau of the Fourth International” [in Italia, Sinistra Anticapitalista, l’ex Segretariato Unificato], già citati in precedenza, che grottescamente propongono uno strumento “democratico” per l’Ucraina per unirsi all’alleanza militare imperialista della NATO.14 Che abominio proveniente da un gruppo che rivendica falsamente di appartenere alla Quarta Internazionale di Trotsky, che è stata la più intransigente nella lotta contro l’imperialismo! Ora, in risposta allo scoppio della guerra con l’Ucraina, l’International Bureau ha pubblicato due articoli firmati da Gilbert Achcar. Il primo paragonava l’attacco di Putin all’Ucraina alla sfortunata presa del Kuwait di Saddam Hussein del 1990. Il secondo fa appello per “la spedizione di armi difensive alle vittime dell’aggressione… in questo caso lo stato ucraino…”15 Questo grottesco appello alla NATO di armare l’Ucraina ricorda il sostegno dato da Achcar all’attacco della NATO alla Libia, nel 2011, e di come egli abbia aiutato ad addestrare l’Unità di Specialisti Culturali della Difesa dell’esercito britannico in operazioni di controinsurrezione in Afganistan e altrove.

Questo ci porta all’erroneamente chiamatasi Frazione Trotskista (FT, in Italia il FIR, Frazione Internazionalista Rivoluzionaria), il cui modus operandi è di assumere la posa di critico di sinistra dei leader di qualsivoglia movimento di massa in voga al momento, a volte citando posizioni marxiste sulla carta, solo per poi seguire la corrente di quelle mobilitazioni collaborazioniste di classe. Così un articolo apparso sul sito web statunitense della FT titolava: “Proteste in tutto il mondo esigono ‘No alla guerra in Ucraina!’ Ma non tutte le manifestazioni sono le stesse” (Left Voice, 26 febbraio). L’articolo faceva notare che in vari paesi, le proteste “contro la guerra” hanno “chiesto un maggior intervento della NATO per ‘salvare’ la popolazione ucraina”, supplicato per “l’aiuto dagli Stati Uniti” e dai suoi partner dell’alleanza militare. In passato, la FT ha polemizzato contro l’argomentazione falsa che vuole la Russia imperialista. Ma come al solito accade con la FT, quello che scrive in articoli analitici rimane un esercizio accademico e quello che fa sul campo è un’altra cosa. Nel lodare un raduno a Madrid dove si scandiva lo slogan “Né con Putin né con la NATO!”, lo stesso articolo fa appello per un “movimento contro la guerra” basato sulla “denuncia di entrambi, la Russia e la NATO” – cioè equiparando la Russia all’alleanza militare imperialista, e omettendo con cura di denunciare le forze ucraine. In Messico, gli affiliati alla FT hanno fatto appello ad una protesta “contro la guerra” – davanti alla ambasciata russa.

In tempi di guerra, la reale natura delle forze politiche che agiscono sulla sinistra è nettamente esposta. L’assortimento di social-imperialisti, social-pacifisti e degli pseudo-trotskisti doppiogiochisti si contrappone ai più elementari principi e al programma del marxismo rivoluzionario. Nell’urgente lotta per una direzione rivoluzionaria, come abbiamo scritto nella dichiarazione della LQI del 22 febbraio “I trotskisti difendono i diritti democratici, nazionali e linguistici di tutti i settori della popolazione, cercando di unire i lavoratori russi e ucraini nella lotta comune insieme ai lavoratori dell’Europa orientale e occidentale. Mentre gli imperialisti continuano a fomentare la febbre della guerra e a imporre sanzioni crescenti che alla fine puntano alla guerra mondiale, coloro che vogliono seguire il programma internazionalista dei bolscevichi di Lenin e Trotsky lottano per la rivoluzione socialista mondiale contro tutte le classi dominanti borghesi.” ■


  1. 1. New York Times, 25 febbraio.
  2. 2. Vedi “Biden Escalates Anti-China War Plans,” The Internationalist n. 64 (luglio-settembre 2021); e “U.S. Big Lie Over Wuhan Is War Propaganda,” The Internationalist, n. 65 (ottobre-dicembre 2021).
  3. 3. Washington Post, 25 febbraio.
  4. 4. News Front, 27 febbraio.
  5. 5. Institute for the Study of War, “Russian Offensive Campaign Assessment” (27 febbraio).
  6. 6. Parti Communiste Français, “Ukraine : Non à la guerre, la France doit porter urgemment une offre de paix” (24 febbraio).
  7. 7. Die Linke, “Erklärung zur Abstimmung über den Ukraine” (27 febbraio).
  8. 8. International Socialist Alternative, “No War in Ukraine!” (24 febbraio).
  9. 9. ISA, “What Now for Ukrainian Conflict?” (22 febbraio).
  10. 10. Vedi “The Bugbear of ‘Russian Imperialism’” (maio 2014), The Internationalist No. 40 (estate 2015).
  11. 11. Vedi “Hong Kong Democracy’ Riots: Pro-Imperialist, Anti-Communist, Fascist-Infested,” The Internationalist n. 40 (inverno 2020).
  12. 12. In Defence of Marxism, 24 febbraio.
  13. 13. In Defence of Marxism, 24 febbraio.
  14. 14. International Viewpoint, 1 febbraio.
  15. 15. “A memorandum on the radical anti-imperialist position regarding the war in Ukraine,” International Viewpoint (28 febbraio).