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  agosto 2016




Contingente internazionalista nella manifestazione dell Primo Maggio 2015 a New York, Stati Unitia, lanciava il slogan, “Solo la rivoluzione porterà giustiza!” (The Internationalist)
[…] Tutte le chiacchiere secondo cui le condizioni storiche non sarebbero ancora “mature” per il socialismo, non sono che il prodotto dell'ignoranza o di una deliberata mistificazione. Le premesse oggettive della rivoluzione proletaria non solo sono “mature”, ma hanno addirittura cominciato a marcire. [...] La crisi storica dell'umanità si riduce alla crisi della direzione rivoluzionaria. […]1
–Leone Trotsky, Il Programma di Transizione (1938)

Benvenuti! Il Nucleo Internazionalista d’Italia, sezione della Lega per la Quarta internazionale, si batte per la rivoluzione socialista internazionale, la conquista del potere da parte della classe operaia, diretta dal suo partito leninista che si fa campione della causa di tutti gli oppressi. Dopo due decadi e mezzo in cui la classe dominante ha strombazzato la presunta “morte del comunismo”, gli imperialisti sono impantanati nel perdere guerre di occupazione coloniale nel Medio Oriente, allo stesso tempo una crisi economica su scala globale scuote le fondamenta dell’ordine capitalista. Con la disoccupazione di massa, povertà e fame che devasta il pianeta, ancora una volta si parla di socialismo e rivoluzione. Ma, com’è stato vero in passato, la questione chiave oggi è quella di forgiare l’avanguardia per dirigere le lotte degli operai e degli oppressi.

In seguito della distruzione controrivoluzionaria dell’Unione Sovietica e degli stati operai burocraticamente deformati dell’Europa dell’Est agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso, quello che è emerso non è un Nuovo ordine mondiale dominato da un unico “superpotere”, ma un crescente disordine fatto di rivalità imperialista e bagni di sangue nazionalisti. Mentre il capitalismo decadente, che fa a pezzi i programmi sociali e le conquiste degli operai a livello mondiale, ha scatenato la reazione sociale su tutti i fronti, incluso il terrore razzista, gli attacchi contro gli immigrati e fa a pezzi i diritti delle donne. Allo stesso tempo, ci sono state ripetute e acute esplosioni di lotte di classe, dalla Corea alla Francia fino all’America del sud. La guerra imperialista in Iraq e Afganistan ha incontrato in questi paesi una tenace resistenza, mentre in quelli a capitalismo avanzato i lavoratori immigrati e i giovani hanno dato inizia a importanti battaglie di classe.

Noi diciamo che il comunismo vive nelle lotte della classe operaia e nel programma della sua avanguardia. Quello che è morto non è il comunismo, ma lo stalinismo. Il dogma antimarxista del “socialismo in un paese solo” è stato l’ideologia di una casta burocratica nazionalista che è cresciuta come prodotto dell’isolamento dello stato operaio sovietico. Lo stalinismo ha tradito la rivoluzione d’ottobre, minando le sue conquiste storiche e fondamentalmente ha preparato la strada alla controrivoluzione capitalista sotto l’implacabile pressione dell’imperialismo. Noi ci schieriamo dalla parte dell’Opposizione di Sinistra Internazionale che partendo dalla Russia giunse alla fondazione della Quarta Internazionale nel 1938. La teoria e il programma di Trotsky della Rivoluzione permanente somma l’esperienza delle tre Rivoluzioni Russe e costituisce il programma per nuovi Ottobre in paesi dal ritardato sviluppo del capitalismo.

La Dichiarazione della Lega per la Quarta Internazionale è disponibile su questo sito web in italiano, bene come nel inglese, francese, spagnolo, portoghese e tagalog.

A livello internazionale, la scomparsa dell’Unione Sovietica ha gettato la sinistra socialista in una crisi profonda. Molti militanti hanno abbandonato il loro impegno politico, alcune tendenze politiche hanno addirittura chiuso i battenti, altri si sono spostati ancora più a destra o hanno preso le distanze con ostentazione dalla lotta di classe. I partiti stalinisti sono divenuti socialdemocratici fino in fondo o anche totalmente borghesi. Di quelle correnti, che s’identificavano con il trotskismo, molte oggi non pretendono nemmeno di costruire partiti trotskisti o una Quarta Internazionale trotskista. Alcuni parlano di una “Quinta Internazionale” non trotskista, altri vogliono riavvolgere indietro la storia come un film e reincarnare una Prima Internazionale che sia una dimora di tutti. Tutti, nessun escluso, vogliono seppellirsi in “ampi” partiti, “anticapitalisti” o “anti-neoliberali”, e in coalizioni di fronte popolare con sezioni della borghesia.

Per lunghi anni molti di questi pseudotrotskisti si sono schierati con l’imperialismo piuttosto che difendere l’Unione Sovietica (particolarmente negli eventi occorsi in Polonia e in Afganistan nel decennio 1980-90). Alla svolta decisiva in URSS, si sono schierati con la controrivoluzione di Eltsin. In anni recenti il Segretariato Unificato (S.U., oggi Segretariato Internazionale), che falsamente si proclama la Quarta Internazionale, ha partecipato anche accettando posti ministeriali a un governo borghese (in Brasile) e ha fatto parte di una coalizione borghese al governo (in Italia) impegnata nella guerra imperialista in Afganistan. Trotsky e Lenin non sono diventati che dei “riferimenti” storici, il programma bolscevico della rivoluzione socialista mondiale non è più considerato rilevante. Questo tipo di correnti opportuniste sono incapaci di provvedere a una direzione rivoluzionaria.

Dal Venezuela – con il suo caudillo di discorso nazionalista-populista – alla Cina che sta affrontando profonde incursioni dall’interno parte del capitalismo e forti pressioni dall’esterno da parte degli imperialisti, la necessità di una direzione leninista/trotskista per lottare contro gli effetti della crisi economica capitalista globale è più acuta che mai. Forgiare una tale avanguardia richiede lo studio del marxismo e della storia delle lotte della classe operaia in combinazione con l’intervento nella lotta di classe.

La Lega per la Quarta internazionale (LQI) è stata fondata nel 1998 dall’Internationalist Group (IG), da compagni dirigenti di lunga data, espulsi dalla Lega Comunista Internazionale (ICL/tendenza Spartachista) negli Stati Uniti nel 1996, da compagni espulsi, sempre dalla LCI, dalle sue sezioni del Messico e della Francia, inoltre dalla Liga Quarta-Internacionalista do Brasil (LQB). Dopo aver mantenuta alta la bandiera del trotskismo rivoluzionario, per ben tre decadi, e dopo esser intervenuti per combattere la controrivoluzione in Germania dell’Est e in Unione Sovietica la LCI si è lasciata demoralizzare dalla sconfitta e si è ritirata in un passivo propagandiamo, incolpando la coscienza arretrata della classe operaia e contemporaneamente abbandonando posizioni chiave del trotskismo. La LQI cerca di forgiare di nuovo un’autentica Quarta Internazionale trotskista la cui parola sia coerente con le sue azioni.

Nel 18 anni in cui la Lega per la Quarta internazionale si è formata, abbiamo concretamente lottato per costruire un’opposizione proletaria alle coalizioni di fronte popolare con le borghesie del Messico e del Brasile. La LQI si è distinta in maniera unica nel difendere il programma leninista che lotta per un programma proletario per la sconfitta della “propria” classe dominante capitalista in un conflitto imperialista. Le sue sezioni nazionali hanno diretto un numero notevole di lotte, inclusa quella per l’esclusione del corpo di polizia dai sindacati in Brasile come pure a dato inizio al primo sciopero (sciopero degli insegnanti che ha paralizzato l’intero Stato di Rio de Janeiro) organizzato per esigere la scarcerazione per Mumia Abu Jamal, l’ex Pantera Nera e giornalista radicale americano rinomato a livello mondiale, da anni recluso nel braccio della morte negli Usa.

In Messico, la nostra sezione, il Grupo Internacionalista (GI), ha acceso la scintilla per la formazione di guardie di difesa operai-studenti che ha contribuito a prevenire la repressione da parte dell’esercito dello sciopero all’Universidad Nacional Autónoma de México del 1999-2000, che nonostante l’arresto di più di un migliaio di scioperanti (inclusi diversi compagni della nostra organizzazione) è stato in grado di sconfiggere il tentativo dei governanti di liberarsi di un’istruzione superiore pubblica e gratuita. Il GI ha anche giocato un ruolo importante intervenendo dalla capitale nella lotta convulsa degli insegnanti, degli operai e della popolazione indigena nello Stato di Oaxaca, al sud del Messico nel anno 2006. Nell’atualitá, il GI si profondamente coinvolto nello sciopero degli insegnanti dall’CNTE que sconvolge il paese negli ultimi tre mesi.

Un’importanza particolare riveste, nel cuore de superpotere globale dominante, la lotta dell’Internationalist Group (IG) per azioni operaie per sconfiggere la guerra imperialista degli USA sul fronte estero e contro la guerra che i capitalisti ingaggiano sul fronte interno contro la popolazione lavoratrice, le minoranze oppresse e le libertà civili “a casa propria”. A distanza di poche settimane dall’attacco del 11 settembre 2001 al World Trade Center, l’IG ha dato inizio alle lotte contro la “guerra di deportazione anti-immigrati” alla Città universitaria di New York City. Inoltre, la lunga lotta che dura da anni per promuovere iniziative di lotta operaie contro la guerra è stata un contributo importante per la mobilitazione di Primo maggio del 2008, che è riuscito paralizzare tutti gli porti della Costa Ovest per fermare la guerra in Iraq e Afganistan – la prima azione del genere mai intrapresa dagli operai degli Stati uniti contro una guerra imperialista –prevalendo sulla resistenza della burocrazia sindacale che si sforzava invece di prevenire una tale azione per poi cercare di deformarla trasformandola in una manifestazione di social patriottismo.

Mentre i riformisti e i centristi di tutte le risme incolpano la classe operaia per le sconfitte, pretendendo che questa abbia subito una regressione qualitativa della coscienza di classe, i trotskisti della LQI insistono sul fatto che la lotta di classe continua ininterrotta e la lotta per la direzione rivoluzionaria rimane il punto chiave per la vittoria (vedi il nostro articolo “In difesa del Programma di Transizione”). Poiché la combinazione tra guerre imperialiste perdenti e crisi economiche profonde pone all’ordine del giorno una dura lotta di classe, la coesione di una riforgiata Quarta Internazionale richiederà il raggruppamento rivoluzionario, attraverso un processo di scissioni e fusioni e non da sporadiche combinazioni e ricombinazioni ma nella lotta per sostenere ed estendere il programma trotskista.

Tradotta dall’introduzione al sito web del Internationalist Group (2008). Aggiornata, agosto 2016.


  1. 1. L'agonia del capitalismo e i compiti della IV Internazionale, La mobilizzazione delle masse attorno al Programma di Transizione in preparazione della conquista del potere, https://www.marxists.org/italiano/trotsky/1938/6/transiz.htm.